Carcere

Droga, l’importanza della prevenzione tra i giovani detenuti

Intesa Sanpaolo e San Patrignano hanno promosso il progetto “WeFree Dentro” nell’istituto penitenziario per minorenni di Bari. Un’iniziativa pilota per avviare percorsi nelle carceri attraverso incontri, testimonianze e condivisioni tra chi è uscito dalla dipendenze ed i giovani reclusi

di Emiliano Moccia

Raccontano la loro esperienza personale. Le difficoltà, le cadute, la voglia di reagire, la ripresa. Il loro ritorno alla vita normale. La raccontano a ragazzi oggi ristretti nel carcere minorile di Bari. Portano in scena la loro storia attraverso varie forme di linguaggio, come teatro, movimento, workshop, incontri. Perché quel tunnel oscuro delle dipendenze lo hanno conosciuto anche loro quando erano più giovani. Ma ne sono venuti fuori e adesso condividono la loro esperienza facendo capire quanto siano importanti le scelte di ogni giorno. Quanto sia prezioso riprendere per mano la propria vita. Per questo, nell’istituto penitenziario per minorenni “Nicola Fornelli” ha preso il via l’iniziativa pilota per la prevenzione delle tossicodipendenze “WeFree Dentro: prevenzione e legalità per costruire un futuro”, il progetto promosso e realizzato da Intesa Sanpaolo e San Patrignano, che in questo format vede i suoi educatori confrontarsi con i giovani detenuti proponendo loro attività mirate e condividendo le proprie esperienze di vita.

Un momento della tavola rotonda su devianza minorile e dipendenze

Intesa Sanpaolo da tanti anni realizza progetti rivolti al mondo delle carceri e alla prevenzione dalle dipendenze insieme alle più importanti realtà italiane del Terzo settore. Come la comunità di San Patrignano che in questi anni ha incontrato studenti, famiglie, educatori per attivare percorsi di prevenzione dalle dipendenze. «Il progetto si chiama “WeFree Dentro” perché abbiamo deciso di portare questo format dal mondo della scuola a quello degli istituti penitenziati per minori. L’intervento di Bari fa parte di un progetto più ampio che ci vede presenti all’interno di diverse carceri italiane per dare il nostro contributo a superare le condizioni difficili e critiche che vivono questi luoghi. Allo stesso tempo, sosteniamo l’impegno di San Patrignano nelle azioni di prevenzione e di reinserimento sociale dei soggetti più fragili. “WeFree Dentro” tiene insieme queste due anime, favorendo degli incontri tra i testimoni di San Patrignano ed i giovani detenuti del carcere, in uno scambio di esperienze e di storie». Paolo Bonassi è chief social impact officer di Intesa Sanpaolo. Ha partecipato con coinvolgimento al lancio dell’iniziativa nel carcere minorile di Bari, scandito da una giornata di attività e di riflessioni sul tema delle devianze e delle dipendenze, dall’ascolto delle voci dei giovani detenuti che hanno condiviso le loro fragilità, le loro cadute, le loro paure.

Paolo Bonassi

«Ė stata un’esperienza molto bella, molto interessante. Ė stata un’occasione non solo per presentare il progetto, ma anche per sollecitare i ragazzi a riflettere sulla loro vita, sulla forza che devono avere in questo periodo di detenzione, sulla loro capacità di costruire un futuro migliore rispetto al passato e a quello che stanno vivendo» dice Bonassi. «Quello che è emerso dai loro racconti è la conferma che le disuguaglianze sono un grande fenomeno di ingiustizia sociale e di impedimento di sviluppo della società. Troppo spesso il nascere in determinati contesti familiari o sociali può determinare la vita delle persone, in questo caso dei ragazzi. Per fortuna ci sono carceri, come quello di Bari guidato da un direttore illuminato, che avviano tante iniziative che aiutano i giovani a capire che si può andare oltre, che c’è sempre una possibilità».

Per comprendere l’esigenza di attivare percorsi di prevenzione tra i giovani anche all’interno degli istituti penitenziari, è importante guardare i numeri. Lo scorso anno si è registrato un aumento del 10% di minorenni denunciati all’Autorità giudiziaria per reati penali droga-correlati. Dati che vanno a sommarsi con quelli dell’ultima Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024, secondo cui sono quattro su dieci i giovani tra i 15 e i 19 anni che, nel 2023, hanno fatto almeno una volta uso di sostanze stupefacenti. E le due sostanze più usate dagli adolescenti sono l’alcol e la cannabis. Per questo, c’è bisogno di parlare, di fare prevenzione, di condividere storie e testimonianze positive in un intreccio di destini, per far comprendere che è possibile superare le difficoltà e le dipendenze. «L’obiettivo è sperimentare un nuovo approccio a supporto dei minori per offrire loro strumenti utili a riscoprire le proprie potenzialità, a superare le fragilità e a uscire dalle dipendenze, che sempre più fra i giovani e a volte nell’ambito degli istituti carcerari si esprimono a volte in dipendenze da psicofarmaci» spiega Antonio Boschini, responsabile terapeutico di San Patrignano. «“WeFree Dentro” si rivolge ad una fra le categorie più fragili del nostro Paese, per costruire percorsi di possibile uscita dall’emarginazione e dall’esclusione sociale».

Il progetto “WeFree” nelle scuole per fare prevenzione tra gli studenti

Nel corso della giornata, quindi, si è svolto anche il primo incontro fra i giovani detenuti dell’istituto minorile di Bari con i testimoni della Comunità San Patrignano, che hanno messo in scena il format “Snodi”, a cui ha fatto seguito un workshop con la presenza del ballerino Carmelo Trainito. «La prevenzione primaria è quella che veramente interviene prima che i fenomeni della dipendenza patologica provochino i danni che conosciamo» evidenzia Nicola Petruzzelli, direttore dell’istituto penale per minorenni “Fornelli”, da cui parte il progetto pilota per la prevenzione delle tossicodipendenze. “WeFree Dentro”, però, non è il primo intervento che Intesa San Paolo dedica al carcere pugliese. «In questi anni abbiamo sostenuto la cooperativa Semi di Vita che gestisce diversi beni confiscati alla mafia in cui svolge attività di agricoltura sociale, coinvolgendo nelle attività lavorative anche i giovani dell’istituto minorile “Forcelli”, che ospita una serra in cui si coltivano cardoncelli ed è presente un essiccatoio» aggiunge Bonassi. «Lo scorso anno, invece, abbiamo sostenuto “Meta Insieme”, una settimana di sport condotta dall’ex campione di rugby Diego Dominguez, che ha coinvolto i ragazzi del carcere con interventi di promozione dei valori del rispetto delle regole, della legalità, dello stare insieme, dell’affermazione dell’importanza della determinazione nel perseguimento di un obiettivo».

La prevenzione è quella che interviene prima che i fenomeni della dipendenza patologica provochino i danni che conosciamo

Nicola Petruzzelli, direttore carcere minorile di Bari

Infine, sempre in tema di inclusione sociale dei detenuti, «Intesa Sanpaolo affianca Caritas italiana con il programma “Aiutare chi aiuta”, che sollecita le 220 Caritas diocesane a presentare progetti dedicati a giovani e adulti del circuito carcerario e al sostegno delle loro famiglie» conclude Bonassi. «Si tratta di un intervento che si sviluppa attraverso il contrasto alle povertà materiali, all’attivazione di percorsi di formazione per favorire l’occupabilità e alla promozione dei valori della legalità».

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