Welfare
DROGA. In Italia almeno 150 ‘smart shop’
Sono i negozi in cui vengono vendute le smart drugs, o 'droghe furbe'. Una ricerca ne rivela la diffusione e gli effetti
di Redazione
Venti tra Roma e provincia, 150 in tutta Italia. E’ il numero in costante ascesa degli smart shop, negozi dove si possono trovare le smart drugs o droghe furbe, “termine utilizzate per indicare che queste sostanze non sono perseguite nè perseguibili dalla legge, non essende presenti come tali o come principi attivi nelle tabelle legislative”. A spiegarlo, e a offrire una completa panoramica su questo mondo, è il rapporto ‘Smart drugs, lo sballo semplice e pericoloso’, presentato martedì 28 aprile a Roma e curato dal parlamentare europeo del Pdl (quota An) Roberta Angelilli, Rappresentante del Forum europeo per i diritti dei minori e Delegata del sindaco di Roma per i diritti dei minori.
Le smart drugs, secondo la ricerca, rappresentano un pericolo concreto, considerato “l’aumento della diffusione del 500% in pochi anni, un fatturato di 800 milioni di Euro l’anno, 4 milioni di punti vendita online, di cui solo il 50% fornisce informazioni sul dosaggio sicuro, e un elevato grado di tossicità, che può portare a sincopi, perdite di coscienza, coma e in alcuni casi, morte”.
Questo tipo di droghe viene venduto negli smart shop, che oltre a vendere prodotti di origine naturale, sintetica e destinati alla coltivaizone di piante, permettono l’acquisto di “accessori destinati ad aumentare l’effetto derivato dall’assunzione di sostanze fumabili, come pipe, bong, vaporizzatori”. Ancora, “incensi, semi da collezione, e una gamma infinita di pillole, gocce, ‘canne’ (sic) preparate con erbe aromatiche a altri prodotti di uso immediato”, destinati agli utenti dei negozi, ovvero, spiega il rapporto, “giovani, soprattutto maschi, nella maggior parte dei casi studenti, che ricercano stimolanti cerebrali per la preparazione degli esami ma che li comprano anche per i loro effetti psichedelici”.
A livello europeo, l’Oedt (Osservatorio europeo droghe e tossicodipendenze) tiene sotto osservazione l’aumento della diffusione delle smart drugs, anche attraverso il nuovo Piano d’azione ‘droga’ della Ue per il periodo 2009-2012. In Italia, l’Iss (Istituto superiore della sanità) ha pubblicato un elenco delle 25 smart drugs più pericolose in commercio.
“Queste nuove droghe invece hanno un aspetto tutto sommato inoffensivo, alcune possono essere vendute in shop ufficiali, altre sono diffuse in modo ufficioso ma senza sconfinare nel vero e proprio ‘spaccio’, si confondono a volte con alcuni integratori, fanno venire meno la percezione di assumere vere e proprie droghe. Ma sono spesso altrettanto o forse più pericolose, anche per questo loro aspetto apparentemente socialmente accettabile”, ha spiegato Angelilli nel presentare il rapporto. “Le istituzioni devono mettere in campo soluzioni nuove per problemi nuovi, una battaglia che deve essere anche e soprattutto culturale”.
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