Welfare

Droga: Fini, repressione è un dovere

Per il vice premier la "psuedo cultura del '68 funzionale ai trafficanti

di Redazione

”Ci sono pseudo-culture, come quella liberta’ post sessantottina, di cui ci sono ancora tracce nella societa’ italiana e non solo, che diventano funzionali a chi ha forti utili dalla produzione o dalla diffusione di sostanze stupefacenti”. E’ l’attacco del vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, lanciato nel corso della giornata internazionale dell’Onu contro le sostante stupefacenti. ”La giornata di oggi – ha aggiunto Fini – non e’ solo contro il traffico di sostanze stupefacenti, ma, come si legge nel titolo della manifestazione, e’ anche contro l’uso di queste sostanze. La ragione di questo doppio binario e’ molto semplice: tutte le droghe sono dannose per la salute e va ricordato che la Costituzione indica proprio nella salute un bene primario non disponibile. Questo vuol dire che la sua tutela e’ dovere civico assegnato alle istituzioni”. ”La lotta contro la droga – ha affermato ancora Fini – si fonda su tre pilastri: prevenzione, recupero e repressione. Recuperare vuol dire ridare dignita’ all’ individuo: noi non siamo contro i sert o contro le cosiddette terapie a scalare, ma l’ approccio non puo’ essere quello di dire al tossicodipendente che l’ importante e’ che non dia fastidio, che assuma pure stupefacenti senza creare problemi alla societa’. L’obiettivo deve essere quello di recupera questa persona non solo attraverso la collaborazione tra sert e comunita’, ma dando ai ragazzi di possibilita’ di lavorare”. Secondo Fini, ”la politica proibizionistica non ha nulla a che fare con l’oscurantismo morale o con il furore ideologico, ma, visto che la scienza ci dice che le droghe fanno male, risponde ad un dovere preciso dello Stato”. Fini ha poi ringraziato il prefetto Pietro Soggiu, commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle politiche antidroga: ”All’inizio – ha spiegato Fini – non tutti credevano nella necessita’ di questo nuovo organismo, ma oggi tutti sono convinti dell’utilita’ del coordinamento. L’idea e’ nata dalla semplice constatazione che la lotta alla droga non e’ prerogativa di un solo ministro e quindi questo e’ il modo per rendere piu’ efficace possibile la nostra battaglia”. Il governo e’ impegnato fino in fondo nella lotta contro la droga, ma ”l’auspicio” del vice premier Gianfranco Fini e’ che anche i mondi dello sport e della musica, i piu’ vicini alla realta’ dei giovani, si impegnino per fare di piu’. Fini ne parla in occasione della giornata internazionale contro la droga, al convegno voluto dalla presidenza del Consiglio, e auspica che dai settori sportivi e musicali vengano iniziative incisive per convincere i giovani a non cadere nel baratro delle tossicodipendenze. ”Insieme al mondo della scuola e dell’universita’ credo che debba fare qualcosa di piu’ anche il mondo dello sport – afferma il vice premier – Rispetto l’autonomia del Coni, ma sono convinto che il mondo sportivo non si possa occupare soltanto di cio’ che accade quando la nazionale perde. Deve saper fare qualcosa di piu’. Il governo non puo’ comandare, ma mi sembra giusto suggerire a chi puo’ farlo, nell’ambito della cultura giovanile, di farsi carico di una campagna di contrasto alla droga”. Anche il mondo della musica, ”nell’ambito del quale spesso viene veicolato un messaggio di tolleranza verso la droga”, e’ chiamato dal vice premier a scendere in campo. ”Sottolineo che il mio e’ un auspicio – ribadisce Fini – ma invito la Rai, Mediaset, le societa’ discografiche possono farsi carico di iniziative che siano in qualche modo simili alle ‘partite per la vita’. Molti autori possono essere opinion leader e sono certo che ci sono artisti disponibili a fare canzoni per mettere in guardia i giovani dal rischio della droga”. ”E’ importante pero’ – conclude Fini – che chi ha le risorse le metta disposizione”.


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