Welfare

Droga: decreto Sirchia equipara Comunità a Sert

Il sunto del Decreto del ministro della Sanità pubblicato in Gazzetta Ufficiale. E le prime reazioni tra le Comunità terapeutiche

di Riccardo Bonacina

Il Decreto
I servizi pubblici per le tossicodipendenze( Sert) entrano a far parte di un più ampio dipartimento delle dipendenze che prevede ”la diretta partecipazione a livello operativo e decisionale del privato sociale accreditato o autorizzato”. A prevederlo e’ il decreto del ministro della Salute (gia’ pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale) che, di concerto con il ministro del Lavoro, riorganizza il funzionamento dei Sert. Il provvedimento stabilisce che anche gli enti ausiliari, le associazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e non profit e le associazioni di famiglie siano competenti a certificare lo stato di tossicodipendenza. ”Alle stesse entita’, con specifici provvedimenti di accreditamento delle Regioni e delle Aziende sanitarie locali, – stabilisce il decreto – viene riconosciuto un ruolo strategico determinante nell’ambito dello sviluppo di un moderno sistema di prevenzione e di protezione della salute nell’area dipartimentale delel dipendenze patologiche”. Scopo del dipartimento per le dipendenze patologiche è quello di ”operare funzionalmente per il trattamento, il reinserimento e la prevenzione dei problemi correlati all’uso di sostanze psicotrope legali ed illegali e per i comportamenti assimilabili e correlati(disturbi dell’alimentazione, gioco d’azzardo, videodipendenze)” in collaborazione con i dipartimenti di salute mentale e materno infantile. Puntare con decisione al ”superamento dello stato di dipendenza anche dai farmaci sostitutivi”, come il metadone. Deve essere questo l’obiettivo dei Servizi pubblici per le tossicodipendenze, secondo il decreto firmato dal ministro della Salute. Per questo, il provvedimento stabilisce che ”nei casi in cui la cronicizzazione venga ritenuta inevitabile, deve risultare dalla cartella individuale un dettagliato resoconto delle ragioni cliniche e dei tentativi effettuati per ridurre la dose di metadone”. Si mette l’accento sulla cosiddetta terapia a scalare, dunque, con l’intenzione di ridurre quanto piu’ possibile la somministrazione dei farmaci sostitutivi in regime di mantenimento. E si sottolinea l’importanza di affiancare ai medicinali anche altri strumenti: ”Nei casi in cui e’ prescritta una terapia farmacologica – si legge sempre nel decreto – accanto agli opportuni controlli sono previsti supporti relazionali intensi (colloqui almeno settimanali, gruppi di discussione e di informazione, appoggi alle famiglie) che garantiscano un’ attenzione costante alle condizioni di salute, sia fisica sia psichica, e mentengano viva la possibilita’ di sviluppare piu’ ampi percorsi di cambiamento”. Ai Sert vengono assegnati anche una serie di compiti in materia di prevenzione dell’Hiv. I servizi pubblici, infatti, dovranno informare le persone in carico sui comportamenti a rischio legati a questa patologia, sottoporli a visite mediche e, previo consenso, anche a test specifici.

Le reazioni
”Non si penalizza, ne’ si agevola nessuno; si aumenta solo la liberta’ di scelta e si garantisce piu’ serenita’ soprattutto alle famiglie”: cosi’ il sottosegretario al welfare Grazia Sestini replica alle critiche rivolte da alcuni parlamentari dell’opposizione al decreto del ministro della salute Sirchia che riordina i servizi di assistenza contro la droga. Secondo il sottosegretario con la riforma dei Sert ”viene ristabilita una liberta’ di scelta per i ragazzi e le loro famiglie. La revisione delle vecchie norme aveva solo lo scopo di equiparare i servizi pubblici gestiti direttamente dallo Stato e quelli non gestiti dallo stato. Oggi un ragazzo che ha la certificazione di tossicodipendenza va in carico al sert, lo stesso sert lo prende in carico, e poi decide se il ragazzo va o no in comunita’, o che cos’altro fare. Con la nuova norma tutto cio’ resta confermato, e in piu’ si da’ la possibilita della certificazione anche a strutture diverse dalle asl”. La Sestini ricorda poi che quello pubblicato e’ solo la prima parte del decreto vero e proprio: ”il progetto si compone di due parti: una, appena pubblicata, traccia degli indirizzi e anche per questo non e’ previsto che stanzi delle risorse economiche. Quelle ci sono gia’ nel fondo nazionale per le politiche sociali (57 miliardi di vecchie lire per la sola quota di spesa a livello centrale; 171 miliardi per le regioni), e anche nel bilancio del ministero della salute. La seconda parte del decreto, non ancora pubblicata, prosegue la Sestini, e’ invece quella che prevede una convenzione che il ministero della salute fara’ con le regioni per l’attuazione degli indirizzi di cui dicevo prima. Le regioni non abbiano paura, perche’ non saranno invasi i loro campi di azione. Quello che e’ stato pubblicato e’ solo un indirizzo”. Il sottosegretario al welfare difende poi la scelta di creare un dipartimento che di fatto si occupa di piu’ problematiche giovanili: ”quello della droga e’ un problema che nasce in un contesto ed e’spesso intrecciato a vari altri problemi. Ci criticano dicendo che noi mettiamo insieme tossicodipendenza e altre forme di dipendenza (alcol, disturbi dell’alimentazione, della personalita’, relazionali, ecc.). E’ una scelta precisa, perche’ spesso i ragazzi arrivano alla droga a causa di una serie di problematiche che stanno a monte, e che in apparenza con la droga non hanno niente a che fare. Esistono tante altre dipendenze che sono fortemente nocive, si pensi a quanti ragazzi muoiono in incidenti stradali perche’ sono alla guida sotto l’effetto dell’alcol; oppure ai disturbi della personalita’ provocati dai videogiochi o comunque dalle videodipendenze. Quindi con convinzione abbiamo scelto di mettere insieme in un dipartimento tutte le problematiche giovanili che possono dare effetto a fenomeni degenerativi”
Cittadinanzattiva boccia il decreto Sirchia che equipara le comunita’ ai Sert, sottolineando che esso non fa che ”delegittimare il servizio pubblico”. ”Mentre la collettivita’ attende da tempo un potenziamento del servizio pubblico – ha affermato Tonino D’Angelo della direzione di Cittadinanzattiva – questo decreto non fa che deligittimare tale servizio. E’ un provvedimento che crea semplicemente un clima di disorientamento, che non da’ veri punti di riferimento alle famiglie e, soprattutto, non stanzia risorse concrete”. L’equiparazione tra comunita’ e Sert, ha inoltre rilevato D’Angelo, ”da un punto di vista funzionale era gia’ prevista nella normativa precedente, che stabiliva l’obbligo del coinvolgimento degli enti ausiliari”. Il problema, secondo il responsabile del movimento, e’ che tale decreto ”viene assunto in un momemto in cui servizi pubblici sono gia’ inadeguati: invece di mettervi mano per migliorarli, non si fa altro che dare legittimazione a un privato spesso inadeguato rispetto ai compiti che ci si prefigge. E’ necessario avere servizi correlati ma senza delegittimare il servizio pubblico”. Altra critica riguarda il metodo adottato: ”le associazioni non sono state ascoltate e quindi – ha concluso D’Angelo – questo provvedimento diventa un atto paternalistico”.
Diversità di opinioni nel fronte Comunità. ”Un decreto, quello del ministro della Salute, che ci fa tornare indietro di molti anni”. Cosi’ il presidente della comunita’ Saman, Achille Saletti, commenta la riforma dei servizi pubblici per le tossicodipendenze. ”Il provvedimento di Sirchia – dice – penalizza le strutture del privato sociale che si sono professionalizzate equiparando l’autorizzazione al funzionamento all’accreditamento”. Per Saletti, inoltre ”e’ sempre piu’ residuale nei fatti l’ importanza data al fenomeno delle dipendenze dal momento che questo decreto demanda alle ‘risorse disponibili’ il finanziamento dei nuovi atti di Governo. Come dire: avremmo le idee, ma i soldi non ci sono”.
Un provvedimento che va ”nella giusta direzione”, anche se non e’ altro che ”la conseguenza, o meglio l’applicazione dell’atto di intesa gia’ esistente tra Stato e regioni”. Cosi’ il presidente della Federazione italiana comunita’ terapeutiche (Fict), Don Egidio Smacchia, commenta il decreto del ministro della Salute Sirchia che equipara le comunita’ ai Sert. ”In un certo senso – ha affermato Don Smacchia – non si tratta di una novita’ assoluta, perche’ cio’ era gia’ previsto nell’intesa stato-regioni, che basta dunque applicare. Da anni – ha proseguito – abbiamo messo le nostre comunita’ a norma, sia da un punto di vista strutturale sia qualitativo e assistenziale, e questo comporta automaticamente la pari dignita’. Da tempo portiamo avanti la linea dell’integrazione tra pubblico e privato sociale, questa e’ la strada giusta”. Quanto all’accesso alle comunita’, ha concluso il presidente Fict, ”la nostra proposta e’ che esso venga deciso dal cittadino e da un gruppo misto diagnostico pubblico-privato sociale”.

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