Volontariato
Droga: Ascierto (An), sì a pene alternative
"Noi abbiamo sempre seguito la strada che passa attraverso le comunità, solo li c'è il vero recupero"
di Paolo Manzo
“Noi abbiamo sempre seguito la strada che passa attraverso le comunità, solo li c’è il vero recupero”. Così, Filippo Ascierto, responsabile del settore sicurezza di An, interviene nel dibattito apertosi sulle possibili pene alternative al carcere per i tossicodipendenti.
Ascierto dice all’Adnkronos che “per i reati di spaccio e detenzione noi siamo per rivedere il concetto di modica quantità, quindi vogliamo prevenire attarverso il volontariato e le comunità e reprimere in modo determianto chi spaccia, ad ogni livello e qualsiasi tipo di droga”.
“Per quanto riguarda le pene alternative, sottolinea il responsabile di An, anche qui bisognerebbe rivedere il concetto in generale: per le piccole pene, e cioè per i reati minori, sarebbero sì auspicabili pene alternative ma di interesse sociale, soprattutto collegate alle attività degli enti locali e legate al sociale, come l’aiuto agli handicappati e la salvaguardia del bene pubblico, come ad esempio, l’ambiente e la pulizia e manutenzione delle strutture sportive”.
Ma, il responsabile sicurezza di An non vuol lasciar dubbi di sorta: “Chi commette un reato deve pagare con una pena: per un reato grave c’è il carcere, per reati minimi ci devono essere pene alternative, ma comuqnue si deve ‘pagare’, altrimenti non c’è più diritto”.
“In generale, sui reati minori, possiamo rivedere le pene, ma sempre garantendo il principio della certezza: no quindi ai colpi di spugna, afferma ancora il parlamentare di An. Quindi possiamo pensare appunto a lavori ‘socialmente utili’ per la comunità, un prezzo che deve essere pagato alla giustizia e alla società, come già succede in altri paesi: Stati Uniti, Inghilterra e Germania”.
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