Cultura

Drizzate le antenne: B92 è ancora libera

Si chiama FreeB92 e "trasmette" dall’ Olanda.Un lavoro che prosegue grazie a una mobilitazione mondiale.

di Federico Cella

«Quando la realtà ci cade addosso, noi ci muoviamo verso un mondo virtuale. Ma il dolore è reale ed è sempre con noi». Con questo proclama la redazione della ormai mitica radio B92 di Belgrado, oscurata dal regime il 2 aprile scorso, è tornata a vivere come FreeB92, non più una radio, ma un sito Internet di controinformazione sulla penosa guerra dei Balcani (la trovate all?indirizzo: www.freeb92.net/).Una radio che non esiste più – le sue frequenze di Belgrado infatti sono ora utilizzate da un aereo Nato che per tre ore al giorno trasmette notizie e slogan di propaganda occidentale -, o quantomeno non nel mondo reale, perché la sua presenza virtuale continua a lanciare messaggi di pace alle coscienze di tutto il mondo. E non solo grazie alla Rete: il 13 maggio nel centro della capitale serba è stato organizzato un concerto per festeggiare i dieci anni di vita della radio chiusa dal governo di Milosevic.Perché forse non è possibile ingabbiare gli ideali, di professionalità e di libera informazione, come dicono i giornalisti di B92: più si stringe il pugno, più questi scappano fra le dita. E si diffondono. FreeB92, infatti, vive grazie a una straordinaria coalizione che è sorta in suo favore in diverse parti del mondo, e ora può lavorare grazie all?ospitalità di un server sito ad Amsterdam (per informazioni sulla campagna: helpb92.xs4all.nl/). «La nostra radio è stata chiusa non per motivi ideologici, ma solo, ci è stato detto, per motivi burocratici, perché il nostro servizio non aveva più ragione di essere», spiega ai cyberascoltatori Veran Matic, editore della radio. «Ma noi non vogliamo assolutamente smettere di essere un punto di riferimento per quelle migliaia di persone che, fin dai primi giorni della guerra, si sono collegate con il nostro sito o hanno iniziato ad ascoltare la radio alla ricerca di notizie sulla situazione dei Balcani non edulcorate da una parte o dall?altra». Anche per questo motivo Bojana Lekic, giornalista di B92, le scorse settimane ha effettuato un viaggio nelle principali città europee. L?abbiamo incontrata a Milano: «Quelli di noi che ci sono riusciti, sono scappati all?estero, gli altri si sono dati alla macchia, alcuni per paura delle persecuzioni, altri perché non volevano essere spediti al fronte. Perché noi siamo comunque contro la guerra». E ci racconta della rete semiclandestina che si è creata fra Belgrado e altri Paesi europei (Radio B92 ha trasmesso per qualche periodo tramite una radio austriaca), perché non era possibile accettare che, fra le tante situazioni inaccettabili nella Repubblica jugoslava, si aggiungesse anche quella di non avere più un?informazione libera. «Siamo rimasti delusi dall?atteggiamento di voi giornalisti occidentali quando la nostra voce indipendente è stata zittita: nessuno ha detto nulla, nessuno ha mosso un dito», si indigna . «E così è accaduto anche quando è stata bombardata l?antenna televisiva a Belgrado. Lo capite che un?informazione libera è un diritto fondamentale, tanto più in un periodo buio come questo?». Ma l?informazione di FreeB92 va avanti. Si tratta delle notizie di una popolazione che non condivide la pulizia etnica, ma che anche non capisce perché il mondo abbia deciso di bombardarli. Messaggi che si diffondono anche grazie alla musica, con l?edizione 1999 di RingRing, il festival musicale organizzato dalla radio di Belgrado che in questa edizione non avrà un solo palco e un solo pubblico: in questi giorni, infatti, in più di venti città del mondo, si stanno susseguendo i concerti firmati da B92 (informazioni al sito: www.cyberrex.org/ringring/1999/


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