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Dpef: manovra di 16 miliardi di euro. Una scheda

Tra le misure anche la trasformazione del valore immobilizzato nel mattone in risorse da destinare ai consumi.

di Redazione

Una manovra di circa 16 miliardi di euro per contenere il deficit il prossimo anno all’1,8% (quest’ anno al 2,3%) e puntare al pareggio nel 2006. Continuare nel programma di riduzione fiscale che l’anno venturo scontera’ un’ulteriore limatura dello 0,5%. E trasformare il valore immobilizzato nel mattone in risorse da destinare ai consumi. La manovra di bilancio che il governo si accinge a varare, stando alla strategia elaborata nella bozza del Dpef, vuole ”evitare che, per un Paese ad alto debito come l’Italia, condizioni finanziarie troppo gravose soffochino la ripresa”. Il documento messo a punto dai tecnici di via XX Settembre quantifica l’intervento di correzione in poco meno di 16 miliardi, di cui un terzo (5,5 mld) composto da misure strutturali di contenimento della spesa corrente e due terzi da misure una tantum, che riguarderanno in special modo il settore immobiliare. Il quadro economico resta sempre debole (la crescita quest’anno sara’ nell’ordine dello 0,8%) ma il governo conferma ”l’obiettivo di rafforzare lo sviluppo economico e sociale del Paese”. Prende le mosse da qui l’invito a perseguire il cammino delle riforme nei settori dell’ istruzione, lavoro e pensioni e quello di sostituire le misure one-off con misure permanenti. Tre le linee guida su cui si articola il documento programmatico, oggetto oggi della verifica di maggioranza e delle autonomie locali e, domani, dell’incontro con le parti sociali: ”una politica di riforme strutturali socialmente compatibili, in grado di adeguare le istituzioni dell’economia ai trend demografici e all’allungamento delle fasi del ciclo vitale”; ”una politica di investimenti in capitale fisico e umano e in tecnologia, finalizzata ad innalzare la produttivita’ e la competitivita’ e quindi la crescita del Paese” e una politica macro-economica e finanziaria ”atta a coniugare rigore e sviluppo, in linea con gli impegni europei”. Riforme, investimenti e consolidamento di bilancio, sono le tre parole d’ordine scandite piu’ volte nell’introduzione al ponderoso dossier macro-economico messo a punto dai tecnici di via XX Settembre: ”sono obiettivi essenziali e strettamente integrati. Il rispetto dei vincoli del Patto di stabilita’ e crescita ha il duplice effetto di rassicurare i mercati ed evitare che, per un Paese ad alto debito come l’Italia, condizioni finanziarie troppo gravose soffochino la ripresa”. Il punto di partenza e’ ”molto prudente”, con un Pil che dopo lo stallo del 2003 e’ destinato ad avvicinarsi al 2% l’anno prossimo, ed un’inflazione che dal 2,4% di quest’anno dovrebbe scendere all’1,9-1,7% nel prossimo biennio. L’obiettivo resta quello di ”innalzare il potenziale di sviluppo, attraverso le riforme strutturali e il sostegno agli investimenti, in un contesto di equilibrio finanziario”. Tutto ruota intorno al sostegno della domanda interna, con il contributo degli investimenti che beneficeranno dell’avvio delle Grandi Opere. Ecco il quadro tendenziale nel periodo 2004-2007: – MANOVRA DA 16 MILIARDI: ”La manovra finanziaria per il 2004, quantificata in un importo complessivo di circa 16 miliardi di euro, comprendera’ misure strutturali di contenimento della spesa corrente per circa 5,5 miliardi di euro e misure one-off per circa 10 miliardi di euro”. – CRESCITA: ”L’economia italiana crescera’ quest’anno dello 0,8%, con un’inflazione attesa al 2,4%. Il tasso di crescita dell’occupazione e’ calcolato nello 0,6%; quello di disoccupazione all’8,8%. – RIDURRE UNA TANTUM, PUNTARE SU PREVIDENZA E SANITA’: il governo punta alla riduzione progressiva delle misure una tantum e alla progressiva sostituzione con misure strutturali che ”interesseranno principalmente i settori della previdenza e della sanita’, gli acquisti di beni e servizi da parte della PA e i sussidi alle imprese”. – DA CASA SPINTA AI CONSUMI:si punta sul mattone per ‘finanziare i consumi, convertendo in reddito una parte della ricchezza accumulata dalle famiglie attraverso la casa” e parla di ”elevate potenzialita’ di finanziare i consumi” con ”linee di credito al consumo direttamente garantite da mutuo ipotecario’. – PAREGGIO BILANCIO NEL 2006, NEL 2003 DEFICIT-PIL AL 2,3%: quest’anno l’indebitamento netto della P.A si dovrebbe collocare al 2,3%. ”L’obiettivo per il 2004 e per gli anni successivi e’ di ridurre l’indebitamento strutturale di 0,5% all’anno. Per conseguire questo risultato nel 2004 e’ necessaria una riduzione del disavanzo all’1,8% del Pil”, considerato che altrimenti il disavanzo tendenziale raggiungerebbe il 3,1%. Il Tesoro prevede una ”posizione prossima al pareggio’ nel 2006. – PERSEGUIRE RIFORMA PENSIONI: per il riequilibrio delle finanze pubbliche ”e’ necessario perseguire con vigore il cammino delle riforme nei settori dell’istruzione, del lavoro e delle pensioni. Le misure gia’ adottate e quelle in via di definizione per il sistema pensionistico hanno lo scopo di assicurarne l’ equilibrio finanziario nel lungo periodo, adeguando le erogazioni ai contributi, integrando la previdenza pubblica con altre forme di risparmio ed allungando, su base volontaria, la permanenza al lavoro”. – PRESSIONE FISCALE 2004 SCENDERA’ DI MEZZO PUNTO: la pressione fiscale, al netto del gettito derivante dalle misure una tantum degli anni precedenti ”e’ prevista ridursi nel 2004 di oltre mezzo punto percentuale e, successivamente, mantenersi nel seguente triennio su un valore medio del 40,6%”. – MEZZOGIORNO: la crescita del Sud e’ prevista piu’ vigorosa rispetto a quella della media europea: il tasso ”potrebbe arrivare al 3% nel 2005 per crescere poi gradualmente verso il 4% nella seconda meta’ del decennio”. – MERCATO DEL LAVORO Roma, 15 lug. (Adnkronos) – Piena ed organica attuazione della riforma Biagi, razionalizzazione dell’attuale sistema del sostegno al reddito e via al nuovo Statuto dei lavori. Sono queste le tappe piu’ importanti che il governo intende seguire sul fronte del mercato del lavoro, tratteggiate nel documento di programmazione economico e finanziaria. Con l’obiettivo riforma Biagi infatti l’esecutivo si propone di ”mettere in atto una strategia coordinata volta a contrastare i fattori di debolezza strutturale della nostra economia, introducendo nuove tipologie di contratto utili ad adattare l’organizzazione del lavoro ai mutamenti dell’economia; creare un mercato del lavoro trasparente ed efficiente; introdurre forme di flessibilita’ regolata; affermare un maggior ruolo delle organizzazioni di tutela e rappresentanza”. La riforma inoltre ”determinera’ progressivamente un maggior afflusso di entrate contributive”. Risorse disponibili per rafforzare l’attuale sistema di sostegno al reddito. Quest’ultimo, infatti, secondo il governo e’ attualemente ”insufficiente, iniquo e spesso inefficiente”. E dunque tutto da razionalizzare e da potenziare gradualmente. ”Il governo – si legge nel Dpef- intende sostituire i tradizionale sussidi monetari alla disoccupazione con forme di sostegno al reddito accompagnate e condizionate da azioni per il reinserimento nel mercato del lavoro”. Ed e’ in questo contesto che e’ intenzione del governo pervenire ”ad uno Statuto dei lavori che tenga conto della pluralita’ di fattispecie contrattuali e di concrete condizioni di lavoro che si sono venute determinando per garantire a tutti i singoli lavoraotri e senza discriminazioni l’accesso ad ammortizzatori sociali”.


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