Mondo

Dove volano le colombe

Continuare i bombardamenti fino a costringere la Serbia a capitolare? E chi è d'accordo con l'intervento di terra?

di Antonietta Nembri

Perché quello del 13 giugno sia anche un voto per la pace abbiamo voluto sottoporre ai capilista degli schieramenti in lizza per gli oltre 600 seggi del Parlamento europeo due quesiti forse schematici, ma proprio per questo stringenti. Quesiti, insomma, che potessero togliere un po? di terreno alla retorica e all?ipocrisia di cui troppo spesso si è abusato nell?agone politico in questi 70 giorni di guerra. ?Vita?, insieme a ?Volontari per lo sviluppo?, ?Nigrizia? e ?Avvenimenti? ha posto due domande non accademiche ai candidati per capire davvero come la pensano. Di seguito abbiamo sintetizzato le risposte e le opinioni che ci sono state fornite. Regolatevi di conseguenza. E dopo le bombe, l?invasione? Il primo quesito era riferito in modo specifico alla guerra in Kosovo e i candidati interpellati avevano a disposizione tre opzioni. All?ipotesi: ?Ritiene che per risolvere la crisi si debba continuare a bombardare la Jugoslavia, eventualmente passando a un conflitto di terra, fino a costringere Milosevic a una resa secondo i dettami della Nato?? hanno aderito in tre: Jas Gawronski di Forza Italia, Emma Bonino dell?omonima lista, e Pierferdinando Casini dei Ccd. Tutti gli altri si sono divisi quasi equamente tra l?ipotesi di chiedere la cessazione temporanea dei bombardamenti vincolata all?impegno dei serbi di ritirare le truppe dal Kosovo per consentire l?avvio del progetto di pace definito dal G8 e l?opzione di una tregua unilaterale della Nato per la ripresa di un negoziato diplomatico gestito dall?Onu. Truppe sotto la bandiera Onu Il secondo quesito si poneva invece in forma più generale e interrogava i capilista sulla necessità di un intervento armato in casi estremi di violazione dei diritti umani, come prima ipotesi, oppure sull?opportunità di un intervento di una forza di polizia internazionale gestito soltanto dall?Onu. L?ultima ipotesi prevede la formazione di una forza di interposizione non armata. La gestione Onu dell?intervento di polizia internazionale è l?ipotesi che ha raccolto più consensi. Alcuni candidati, oltre a mettere una crocetta sul questionario hanno voluto spiegare la scelta fatta. Come Elena Paciotti, capolista dei Ds nel Nord-Est. «Le domande sono troppo schematiche e le risposte poco rappresentative», dice l?ex presidente dell?Associazione nazionale magistrati. «Una forma di interposizione non armata fermerebbe Hitler? L?unica strada è una politica che prevenga i conflitti». Sì e no alla fine dei raid Nato Articolato il commento di Emma Bonino che sottolinea come: «la guerra in Kossovo non è cominciata il 24 marzo scorso, ma nella primavera del 1998, quando il regime di Belgrado, con il pretesto di ?schiacciare i terroristi albanesi?, ha messo in atto il suo piano criminale di pulizia etnica, culminato nella deportazione di massa delle ultime settimane. Non basta il semplice ?impegno? di Milosevic (che disattende tutti gli impegni da dieci anni) per arrestare i bombardamenti: ci vuole un piano di evacuazione serba dal Kossovo sancito dalle Nazioni Unite». Su tutt?altra sponda si trova il popolare Guido Bodrato favorevole alla cessazione dei bombardamenti Nato per «favorire la mediazione russa e indurre la Cina a non porre il suo veto alle risoluzioni Onu». Bodrato è altresì favorevole a una riforma dell?Onu e alla creazione di un esercito europeo da mettere a disposizione delle Nazioni Unite. «Il negoziato è l?unica strada possibile», risponde Nicola Martino, del Ppi anch?esso favorevole a una sospensione dei bombardamenti, «per evitare che vinca la guerra, solo la guerra». Un «No» deciso a «qualunque invasione della Jugoslavia» arriva anche da Armando Cossutta, capolista dei Comunisti italiani. «Solo la sospensione dei bombardamenti», dichiara Fausto Bertinotti, segretario di Rifondazione, «permetterà a Russia e Cina di ottenere il consenso di Milosevic per approvare nel Consiglio di sicurezza dell?Onu una risoluzione che ponga l?Onu al centro del processo di pace e consenta il rientro dei profughi». Quale ruolo per l?Europa Sul ruolo, necessario, dell?Europa parla invece Maria Falcone dei Verdi. «Mai come ora», sottolinea, «ci si è resi conto di quanto sia necessaria la costituzione di un?Europa politica in grado di formare un punto di equilibrio fondamentale nella politica mondiale». La coesione europea va cercata per poter affrontare le emergenze. Fausto Sorini di Rifondazione Comunista chiede per l?Europa «un sistema di sicurezza alternativo alla Nato, comprendente tutti Paesi del Continente Russia e Balcani inclusi. Una specie di Onu europea». Pensa a un governo politico mondiale, Clemente Mastella dell?Udeur che denuncia anche il «forte ritardo accumulato dalla politica. Il millennio», spiega, «non può chiudersi con la riproposizione di mostri, pulizie etniche, deportazioni, campi di concentramento». Il presupposto per poter rispondere alla seconda domanda è per Reinold Messner, candidato dei Verdi, «una riforma dell?Onu nel qual caso l?intervento non solo è ?necessario?, ma lecito». «Violenza chiama violenza» , dice infine il capolista della Lega nel Nord Est, Giampaolo Gobbo, che ipotizza «interventi armati ma non bellici». Al questionario non hanno risposto i rappresentati della lista Pri-Pli.


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