Welfare

Dove vivono i poveri del mondo?

Non sono i paesi più poveri a ospitare la maggior parte di chi vive con meno di 2 dollari al giorno, ma le nazioni a medio reddito. Le prospettive di miglioramento ci sono, ma a patto che i governi non siano fragili

di Gabriella Meroni

Dove vivono i poveri del mondo? Ovvio: nei paesi poveri. Risposta scontata, ma solo in parte vera: come messo in luce da una serie di ricerche riportate dall'Economist, sono invece tanti i poveri (ovvero coloro che vivono con meno di 2 dollari al giorno) che abitano paesi a medio reddito.

Gli studi che dimostrano tutto ciò si devono a Andy Sumner, ricercatore del Britain’s Institute of Development Studies, che ha calcolato come addirittura i quattro quinti dei poveri vivano in nazioni cosiddette "a medio reddito", cioè con un Pil pro capite che oscilla tra i 1000 e i 12.500 dollari l'anno – tra cui Cina e India. Qui i poveri rappresentano sì una minoranza della popolazione, ma trattandosi di nazioni molto popolose il problema non è certo di poco conto. Inoltre – nota Sumner – molti di questi Stati, concentrati sulla loro crescita economica, non mettono in atto politiche efficaci per ridurre il disagio economico di chi sta ai margini della società.

Sumner mette in luce però un altro interessante argomento, ripreso dall'Economist. Mentre il mondo si è dato come obiettivo quello di ridurre la povertà estrema, è probabile che nel 2025 la maggior parte dei poveri assoluti si trovi ancora nei paesi poveri in senso stretto, mentre si spera che i paesi a medio reddito riescano con politiche ad hoc a limitare il numero dei loro poveri assoluti. I paesi che destano più preoccupazioni sono invece i cosiddetti "paesi fragili", cioè quelle nazioni a medio reddito che però, a causa della precarietà dei loro sistemi politici e di governo, avranno maggiori difficoltà a varare programmi credibili di riduzione della miseria.

Quesi paesi vengono poi ulteriormente suddivisi – da due diversi gruppi di studiosi del Britain’s Institute of Development Studies – in FRACAS e MIFFS, ovvero, rispettivamente paesi fragile and conflict-affected states (fragili e gravati da conflitti) e middle-income fragile or failed states, ovvero stati a medio reddito fragili o falliti. Ebbene, dal 1990 a oggi il numero dei poveri nelle nazioni "non fragili" è calato da quasi 2 miliardi a 500 milioni, e stime parlano di una ulteriore riduzione nel 2025 (arrivando circa a 200 milioni). Al contrario, nei cosiddetti paesi FRACAS il numero dei poveri non è calato, mentre nei paesi MIFFS  (di cui fanno parte paesi come Nigeria, Iraq, Pakistan, Yemen) vivono circa un quinto dei poveri del mondo.

Conclusione? Fare previsioni sul numero effettivo dei poveri di qui al 2025 è complicato; quel che è più certo invece è che la situazione politica di un paese influisce notevolmente sul benessere dei propri cittadini, e dalla positiva evoluzione di tante situazioni incerte dipende il futuro di milioni e milioni di persone.

Nella foto: un furgoncino di ambulanti a Lagos (Nigeria)

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