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Dove va il Forum del terzo settore

Maria Guidotti, portavoce del Forum del Terzo settore, ospite del Comitato editoriale di VITA. E sul 5 per mille dice: "Ora però occorre fare una Legge"

di Maurizio Regosa

Si è svolto ieri, nella redazione di Vita, l?incontro fra il Comitato editoriale del settimanale e Maria Guidotti, una delle due portavoce del Forum del Terzo settore. Un appuntamento molto seguito dalle 60 associazioni presenti, alcune delle quali rappresentate al massimo livello.

Un?opportunità di confronto molto attesa, specialmente dopo la manifestazione pubblica del 27 novembre, quella ?prima volta? in piazza, che ha mostrato l?autonomia del Forum e la sua capacità di proporsi come ?parte sociale?. Non a caso proprio da qui è partita la discussione, aperta da Riccardo Bonacina, direttore editoriale, che ha sottolineato quanto sia importante l’alleanza tra chi, come Vita e grazie al suo Comitato editoriale, fa rappresentazione del Terzo settore, ovvero lo racconta e ne esprime le istanze, e chi, come il Forum, fa “rappresentanza”, ovvero porta le istanze sin dentro il palazzo e le sedi legislative, svolgendo una funzione propriamente politica. La vicenda del 5 per mille, ha sottolineato Bonacina, è stata proprio una dimostrazione di come le due funzioni, della rappresentazione e della rappresentanza, nell’autonomia delle funzioni e nella stima reciproca, porti a risultati convincenti.

Maria Guidotti, sottolineando l’importanza della prova di autonomia data il 27 novembre con la manifestazione, ha sottolineato come il Forum sia intenzionato a svolgere a tutto tondo un ruolo di rappresentanza e interlocuzione, autonomo e propositivo, deciso a portare avanti idee e proposte condivise e che riguardino l?intera vita collettiva. Giacché ?in ballo? non è il solo Terzo settore. Essere parte sociale non può voler dire essere di parte. Semmai significa proporsi, nell?arena della discussione, come interlocutori affidabili che valorizzando un punto di vista cercano di esprimere sintesi condivisibili e attuabili.

Nella discussione sono emersi molte questioni di interesse generale, molte delle quali possono essere analizzate anche dal punto di vista del rapporto del Terzo settore con il mondo dei partiti, o con lo Stato.
Anzitutto il 5 per mille. Dopo il patema, la vittoria: per il 2008 e il 2009, come si sa, il tetto è ragionevole. ?Ora però ? ha commentato Maria Guidotti ? occorre lavorare per la stabilizzazione, sganciando il cinque per mille dalle varie Finanziarie. Questo però significa anche limare il provvedimento trovando soluzioni per alcuni nodi a oggi irrisolti?. Per esempio quello relativo all?accesso: è giusto che tutti abbiano accesso al cinque per mille? Anche le fondazioni di origine bancarie? ?Nulla contro le fondazioni, ovviamente, ma è una decisione da prendere. Allo stesso modo andrebbe discussa la modalità di promozione. Il marketing sociale forse andrebbe vietato?.
C?è poi il tema della rendicontazione: ?è importante che i cittadini siano informati su come vengono usati questi fondi, ma non è immaginabile che associazioni che gestiscono budget da ventimila euro siano costrette a una costosa rendicontazione ?. Temi su cui proprio Vita potrà sollecitare la discussione e il confronto.

Altro tema (anch?esso al centro della manifestazione del 27): il servizio civile, che non deve essere chiamato a svolgere funzioni supplettive, come sarebbe accaduto se fosse rimasta la norma che riservava ad associazioni che si occupano di handicap il 20% dei giovani in servizio civile. ?Sono mansioni delicate, i servizi alla persona, e devono essere svolte da persone formate. Non è possibile che i ragazzi del servizio civile siano chiamati a svolgere un?assistenza che lo Stato comunque deve offrire al meglio?. Collegata a questo ragionamento, la proposta del servizio civile della terza età (oggetto di un progetto di legge depositato dai senatori Luigi Bobba e Fiorenza Bassoli). Giusta l?esigenza ? sarebbe sbagliato rinunciare a energie e competenze di cui la società continua ad aver bisogno ? ma, ha spiegato Guidotti, attenzione: ?Se passa l?idea di un emolumento analogo a quello dei giovani ma al di fuori di ogni evidenza, c?è il rischio che diventi un?occasione di lavoro nero?.

E a proposito di lavoro: il Terzo settore sta diventando sempre più anche un?opportunità lavorativa per tante persone. Ma non c?è uno specifico contratto nazionale. Forse, ha ipotizzato la portavoce, sarebbe opportuno cominciare ad aprire una riflessione in questo senso. Il prossimo appuntamento è per il 22 gennaio, giorno in cui si svolgerà un seminario sul Forum. Sarà l?occasione per ridefinirne la mission, per chiarirne forse i meccanismi di rappresentanza, e per fare il punto su quella che sembra la questione delle questioni: quali dovranno essere gli interlocutori del Terzo settore nel futuro prossimo? Ci si potrà ?accontentare? di un ? non sempre facile ? dialogo con lo Stato e i suoi diversi livelli amministrativi oppure sarà il caso di aprire nuovi confronti?

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