Mondo

Dove sono finite le speranze di Lula?

Marco Zerbini parla al Meeting di Rimini in un incontro organizzato dall’Avsi, la più importante e storica ong di Cl

di Ettore Colombo

Marco Zerbini, leader dello storico movimento dei lavoratori ?senza terra?, commuove la platea già solo per come parla. È, il suo, un portoghese placido ma non indolente, triste ma non depresso, popolare ma non ?proletario?, dalla parte degli oppressi ma nient?affatto sconfitto. Parla al Meeting di Rimini, Zerbini, in un incontro organizzato dall?Avsi, la più importante e storica ong di Cl diretta da Alberto Piatti e che, grazie al lavoro di coordinamento svolto da Fabrizio Pellicelli, responsabile dei progetti della Fondazione Avsi per la zona Salvador-Bahia-Brasile, porta avanti, in un?area dove abitano 440mila persone (tra cui sono ben 2.500 le famiglie che vivono su palafitte) il progetto Rebeira azul. E fa capire quanto conti, anche nell?esperienza sociale e politica di un movimento come quello dei Sem Terra, l?incontro con un?esperienza religiosa come, appunto, è Cl. Nell?ambito del ciclo di incontri organizzato in collaborazione con la Fondazione per la Sussidiarietà e la Compagnia delle Opere, Zerbini si è trovato in buona compagnia: hanno parlato, insieme a lui, lo scorso 23 agosto nella Fiera di Rimini che ospita il Meeting, Giampaolo Bettamio, sottosegretario agli Esteri; Giuseppe Deodato, direttore generale della Cooperazione allo sviluppo; Roberto Moussalem De Andrade, ministro dello Sviluppo urbano dello Stato di Bahia, e Guzman Carriquiry, sottosegretario del Pontificio Consiglio per i laici del Vaticano. Vita: Il governo che non mantiene quello che promette, la corruzione che dilaga, scioperi e manifestazioni ?contro? e non a favore della sinistra al potere. Lula è una delusione? Marco Zerbini:Non sono deluso da Lula perché mi aspettavo che tradisse le promesse pre elettorali. Già del suo partito, il Pt, ero deluso da tempo. La gente del Brasile, però, aveva riposto grandi speranze in Lula e oggi è molto delusa. Vita: Come si è evoluto, che cos?è oggi e quali prospettiva ha il movimento dei Sem Terra? Zerbini: Nel 1980 ci chiamavamo Movimento dei Sem Terra di campagna e di città, poi il nome è cambiato. Oggi sarebbe più giusto chiamarci Movimento dei Senza Tetto. All?inizio pensavamo di negoziare direttamente con i proprietari dei terreni i nostri diritti, ma dopo i primi risultati ottenuti spostammo l?attenzione sulle opere di urbanizzazione primaria come fognature e strade. Ma subito, oltre all?esigenza della casa, nacque anche l?esigenza di creare comunità. Per molto tempo la gente ha creduto che fosse la casa il problema principale, poi abbiamo capito che non bastava. Allora ci siamo posti il problema dei diritti di cittadinanza dei favelados. Poi abbiamo capito che nemmeno questo bastava. A quel punto, l?angoscia che ci ha preso è stata grande. Alla fine abbiamo capito che quello che ci mancava era l?incontro con Gesù. E qui arriva l?incontro con l?esperienza di Cl: per noi è stato e resta fondamentale. Vita: Un tempo seguiva la teologia della liberazione. Adesso? Zerbini: Sono nato all?interno di quella corrente ma principalmente sono nato dentro la Chiesa cattolica. La teologia della liberazione ha una visione riduttiva dell?essere cristiani, troppo legata alla politica. Voglio essere cristiano nella pienezza degli insegnamenti di Gesù Cristo.


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