Politica

Dottori del movimento al servizio del sociale

Lavorano con anziani, disabili, malati e bambini assistendoli nelle attività fisiche dopo la riabilitazione

di Chiara Brusini

Si laureano con un preciso obiettivo di carriera sociale: lavorare con anziani, disabili, malati, bambini assistendoli in attività mirate a mantenere o potenziare la capacità motoria. Stiamo parlando dei laureati che, dopo aver conseguito la laurea triennale nelle otto facoltà universitarie di Scienze motorie esistenti oggi in Italia a L?Aquila, Bologna, Cassino, Milano, Napoli, Palermo, Urbino e Verona, scelgono di proseguire gli studi al biennio specialistico nella città scaligera. Ma quali sono gli sbocchi lavorativi? Studium ne ha discusso con Guido Fumagalli, preside della facoltà di Scienze motorie di Verona. Studium: Professore, qual è l?obiettivo di queste facoltà relativamente nuove? Guido Fumagalli: La sfida è creare anche in Italia un sistema che offra alla persona uscita dalla fase riabilitativa il sostegno di una figura professionale. Oggi, superata la fase acuta, la persona è abbandonata a se stessa, mentre sarebbe necessario che fosse seguita da un professionista in grado di aiutarla a mantenere un livello di attività fisica adeguato alla sua situazione. Questo è ancora più cruciale se si tratta di un disabile o di un anziano, categorie che hanno bisogno di programmi mirati per tenere in esercizio e potenziare le capacità motorie residue. Studium: Come si svolge il percorso formativo del dottore in Scienze motorie? Fumagalli: Si parte con il corso di laurea triennale in Scienze delle attività motorie e sportive, che fornisce una preparazione di base per futuri kinesiologi e preparatori atletici. Poi è possibile proseguire con un biennio specialistico. I percorsi disponibili sono due: quello in Scienze dello sport, rivolto a chi lavorerà come preparatore di sportivi a livello agonistico e quello, attivo a Verona, che porta alla laurea magistrale in Attività motorie preventive e adattate. Studium: Quali sono i punti di forza dei laureati specialistici di questa branca? Fumagalli: Durante il biennio acquisiscono tutte le competenze necessarie per lavorare con soggetti con esigenze particolari: anziani, disabili, bambini. Rispetto ai laureati triennali hanno poi una capacità peculiare, quella di dialogare con il medico sulle patologie dei soggetti che seguono. E prestano un?attenzione particolare agli aspetti psico-pedagogici e sociali dell?attività fisica. Studium: Quanto conta questa attenzione? Fumagalli: Ha un?importanza fondamentale. Non basta affermare banalmente che lo sport «fa bene» e «aiuta a socializzare». Per noi il punto centrale è la capacità di motivare il soggetto, soprattutto quando a causa della disabilità o dell?età avanzata l?attività fisica diventa una necessità di salute. Proprio per il valore che attribuiamo a questi aspetti, abbiamo deciso di spostare lo studio delle valenze psico-sociali al biennio specialistico. I futuri dottori studiano psicologia generale, sociale e dello sviluppo, oltre ovviamente alla sociologia. Studium: Quali sono quindi le loro prospettive lavorative? Fumagalli: I laureati in Attività preventive e adattate lavorano principalmente nel sistema socio-sanitario, soprattutto in strutture pubbliche. Mentre le palestre private si rivolgono soprattutto ai giovani, i programmi di attività motoria per disabili e per anziani sono per la maggior parte organizzati dai Comuni e da circoli sociali. La competenza a lavorare con anziani e persone con diverse patologie è preziosa sia nell?ambito degli assessorati ai Servizi sociali sia all?interno di équipe mediche dedicate a diabetici, cardiopatici, disabili fisici o psichici. Studium: Che specificità hanno i laureati in Scienze motorie rispetto ai vecchi diplomati Isef e ai fisioterapisti? Fumagalli: I diplomati Isef avevano come destino naturale l?insegnamento dell?educazione fisica nelle scuole. In ogni caso, dal 98 questi istituti stati chiusi e sostituiti dalle università. Per quanto riguarda i fisioterapisti, il loro compito è strettamente terapeutico: si tratta di operatori sanitari che curano la fase acuta di una patologia del movimento. I laureati in Scienze motorie, invece, utilizzano il movimento per aumentare il benessere della persona nel lungo periodo.


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