Formazione

Dossier immigrazione 2002: persone a tempo

Presentato oggi il tradizionale Dossier della Caritas. Oltre 400 pagine per fotografare la condizione degli immigrati, la vera incidenza nel mondo del lavoro e non solo. In anteprima

di Antonietta Nembri

Sono stati 306mila gli ingressi per motivo di soggiorno di extracomunitari nel corso del 2001. E? questa la stima del Dossier statistico sull?immigrazione 2002, presentato oggi da Caritas e Migrantes a Roma e in altre città italiane: Milano, Torino e Pisa. Un grosso volume: oltre 400 pagine per fotografare la condizione degli immigrati, la loro vera incidenza nel mondo del lavoro e non solo. E non mancano dati che sfatano i luoghi comuni, i miti e anche le paure. ?Il Dossier 2002, se si vuole, è anche una sorta di prontuario?, viene precisato nell?introduzione, ?per attingere argomentazioni atte a contrastare i luoghi comuni sull?immigrazione. Si tende a esagerare con i numeri, parlando di invasioni che non esistono?. Ed eccoli alcuni dati. Nel mondo del lavoro, per esempio, a fronte di 4.743.650 assunzioni, gli extracomunitari sono stati 467.304, quindi l?incidenza del lavoratore immigrato è del 9,9% sul totale delle assunzioni, dell?8,8 sul quello delle cessazioni dei rapporti di lavoro. Sezionando questi primi dati a livello di aree si può vedere che l?incidenza degli extracomunitari nelle assunzioni e al di sotto del 4% nel Sud e nelle isole, del 10-11% nel Centro e nel Nord-Ovest e sale al 15% nel Nord-Est. Per i numero di assunzioni ai primi posti per nazionalità troviamo Albania e Marocco seguiti da Romania e Svizzera (sono extracomunitari anche loro!). Ma si può andare anche a vedere cosa succede sulla stabilità dell?occupazione, si scopre che dei 46.300 marocchini assunti, a fine anno solo 6.400 risultavano ancora occupati e solo 9.600 albanesi su 47mila. Sul fronte disoccupazione i dati del Dossier aiutano, inoltre, a ridimensionare il tasso immaginario che si assegna agli immigrati: a livello nazionale è del 7,4% (calcolato sul numero dei lavoratori soggiornanti senza occupazione sul totale dei permessi di soggiorno per lavoro dipendente o autonomo). Almeno due punti in meno del tasso di disoccupazione generale italiano, con il particolare che nelle regioni a piena occupazione è più alto invece il tasso di disoccupazione degli immigrati. E a chi parla di invasioni basterebbe guardare le cifre: il numero complessivo degli immigrati sfiora (tenendo conto di tutti i minori e dei nuovi nati) il 1milione e 600mila unità con un?incidenza sulla popolazione italiana del 2,8%, in pratica un immigrato ogni 38 italiani. La media europea è di uno ogni venti, per non parlare degli Stati Uniti dove si ha un immigrato ogni dieci statunitensi (stessa media di Germania, Belgio, Austria) per arrivare a uno ogni 5 in Svizzera e Australia. Se nel 1996 c?erano solo 126mila minori stranieri nelle scuole a fine 2000 si era già arrivati a 278mila e, tenendo conto dei nati (oltre 25mila) e dei ricongiungimenti si è superata la soglia delle 300mila presenze: i minori rappresentano un quinto della popolazione immigrata. Nelle scuole italiane, nell?anno scolastico 2001-2002 si era arrivati a 147mila bambini e quest?anno a 182mila. Sei su dieci sono iscritti alle materne e alle elementari e rappresentano nel totale il 2% della popolazione scolastica. Viene sottolineato che a volte è improprio parlare di minori stranieri, in quanto i bambini sono spesso nati in Italia e hanno gli stessi gusti e spesso si distinguono solo per i tratti somatici. Il caso milanese e lombardo Nel corso della presentazione del Dossier fatto a Milano si è sottolineato come il Nord si sta sempre più accreditando come l?epicentro dell?immigrazione tra Nord Ovest (32,7%) e Nord Est (24,1%) si arriva al 56,8% della presenza immigrata in tutto il Paese. La Lombardia da sola accoglie quasi un quarto degli immigrati (313.586). La città di Milano accoglie da sola il 9% dei residenti stranieri registrati. ?Rispetto al 2001?, ha spiegato Meri Salati del centro documentazione della Caritas Ambrosiana, ?c?è stato un ridimensionamento, grazie alla pulizia del centro elaborazione dati del ministero. Da notare è che i flussi continuano abbondanti. Verso la Lombardia, inoltre sono attivi anche molti flussi interni: gli immigrati sono più disponibili degli italiani a spostarsi per motivi di lavoro?. Nell?area milanese i bambini rappresentano dal 3 al 5% della popolazione scolastica. ?Lo sforzo che stiamo facendo?, ha sottolineato don Virginio Colmegna, direttore della Caritas Ambrosiana, ?è quello di guardare alla complessità del problema per far comprendere che se l?immigrato è portatore di diritti ed esigenze lo è anche di responsabilità?. Don Colmegna ha anche commentato i primi dati che arrivano dall?esperienza degli sportelli informativi, aperti per aiutare nella compilazione dei moduli per la regolazzazione dei cittadini extracomunitari: ?Non dobbiamo considerare gli immigrati alla stregua di invasori, ma dobbiamo avere uno sguardo europeo nell?organizzazione dei flussi. Ma anche alzare la coscienza etica in modo significativo, è ora di dire basta agli slogan demagogici?. E guardando all?impegno negli sportelli ne emerge una situazione da un lato positiva: ?Anche grazie a questa regolarizzazione inizia a passare l?idea?, continua, ?che l?immigrazione è un fenomeno utile e non pericoloso. Ma anche si sta iniziando a scindere il binomio clandestinità uguale criminalità, perché tra questi immigrati lavoratori clandestini ci sono tanti che lavorano nelle piccole imprese e in quelle artigiane, nelle nostre case gli affidiamo bambini e anziani?. Ma c?è anche il rovescio della medaglia: ?la regolarizzazione in atto attira molta gente, facendo aumentare gli irregolari anche perché?, precisa don Colmegna, ?in molti è radicata l?idea che prima o poi una sanatoria arriverà?. Don Colmegna ha annunciato che dopo il 10 novembre (termine ultimo per l?emersione dal lavoro nero) presenterà i dati emersi della condizione di vita di quanti hanno voluto, tentato o sono riusciti a regolarizzarsi, ?stiamo toccando con mano i fenomeni che abbiamo sempre denunciato come quelli dei letti in affitto o delle abitazioni nella aree dismesse?.


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