Non profit
Dopo le parole, i fatti?
Società civile, handicap, immigrazione, impresa sociale: cosa farà il nuovo esecutivo? Giovanni Lolli, responsabile dei Democratici di sinistra per il non profit, azzarda per noi alcune previsioni.
di Marco Piazza
Statalismo addio, largo al Terzo settore. L?ha detto chiaro e tondo Massimo D?Alema alla Camera nel suo primo discorso da presidente del Consiglio. Ci sarà da credergli? Il Terzo settore è abituato alle dichiarazioni di intenti mai tradotte in pratica, e non firma cambiali in bianco. Con nessuno. Ci scuserà quindi il neo-premier se aspettiamo a giudicarlo dai fatti. Perché le parole non bastano, anche quando sono limpide come queste: «Sui banchi di questo governo non troverete i difensori del vecchio statalismo»; oppure come queste altre: «In Italia è grande risorsa del Paese il volontariato, l?associazionismo e ciò che si indica comunemente come Terzo settore: un patrimonio straordinario». Massimo D?Alema ha parlato molto bene, ora vedremo come agirà. Settimana per settimana lo incalzeremo, come abbiamo fatto con i suoi predecessori (se ha dubbi, chieda a Prodi), domandandogli conto di quanto ha promesso e di quanto manterrà. In attesa dei fatti, dunque, abbiamo provato a scandagliare meglio le intenzioni, facendoci aiutare da uno che se ne intende: Giovanni Lolli, responsabile dei Ds per il Terzo settore e amico di antica data del presidente del Consiglio. Abbiamo letto insieme a lui il programma di governo, abbiamo setacciato il discorso di insediamento, alla ricerca di conferme o smentite. Allora Lolli, D?Alema si è convertito alla società civile? «Massimo D?Alema si interessa di questi argomenti da più di dieci anni» precisa subito. «Cominciò partecipando alla formazione di organismi di base, incontrando molti rappresentanti dell?associazionismo. Negli ultimi anni ha maturato un?idea innovativa della riforma del Welfare, grazie a consiglieri come Nicola Rossi (chiamato da pochi giorni a far parte del suo staff di presidenza, ndr). Ha voluto un cavallo di razza come Livia Turco al ministero della Solidarietà sociale, da sempre snobbato. E durante i lavori della Bicamerale ha sposato la proposta del Ppi, poi fatta propria dal Forum del Terzo settore, di introdurre il principio di sussidiarietà nell?articolo 56 della Costituzione». Come presentazione non c?è male, ma ancora non basta. Occorre esaminare nei particolari come si muoverà sui temi più scottanti. Con Lolli proviamo a fare una previsione realistica.
Società civile
«Non è vero, come qualcuno ha detto, che la società non esiste», ha scandito Massimo D?Alema nel discorso d?insediamento a Montecitorio. «È vero invece che il problema più arduo è costruire un rapporto originale tra individuo e società. Noi dobbiamo costruire i fondamenti di una cittadinanza responsabile, dove l?esigenza di sicurezza, reddito, assistenza proceda di pari passo con l?apertura verso le problematiche di chi ha di meno o non ha. Deve prevalere l?idea di una società dove vivere meglio non può comportare il peggioramento della vita degli altri, ma il loro aiuto: aiuto che che si traduce nella costruzione di una vera solidarietà sociale al posto di una solidarietà burocratica e statalista. Questo è tanto più vero in Italia dove è grande risorsa del Paese il volontariato cattolico e laico, l?associazionismo e ciò che si indica come Terzo settore: un patrimonio straordinario di umanità, di partecipazione, di passione civile. Quelle esperienze, spesso meglio di un intervento pubblico tradizionale, generano solidarietà efficiente che riduce i conflitti e armonizza la società».
Immigrazione
Il governo D?Alema intende procedere nella linea tracciata da Livia Turco, che si condensa in uno slogan: garantire il diritto alla cittadinanza. In pratica, massima fermezza nei confronti della clandestinità e vera accoglienza e disponibilità verso i regolari. Lo stesso presidente del Consiglio ha detto alla Camera: «Serve una politica di accoglienza regolata, rispettosa dei diritti umani ma inflessibile su piano della difesa della sicurezza e dei controlli necessari». Si prepara la conferenza nazionale sull?immigrazione: tra le novità la più importante sarà l?estensione del diritto di voto agli immigrati regolari. Una riforma che era stata stralciata dalla nuova legge per poi inserirla tra le riforme costituzionali, ma che il fallimento della Bicamerale ha costretto a un lungo parcheggio. È il momento di tirarla fuori.
Impresa sociale
Si riparte dagli impegni presi da Prodi con il patto firmato a Padova: si estenderanno all?impresa sociale gli incentivi per la piccola e media impresa – che potrebbero essere inserito come emendamento alla finanziaria – e la possibilità di defiscalizzare le spese per i servizi forniti dal non profit. Questa però è materia delegata al governo dalla legge sull?assistenza, e si dovrà attendere la prossima finanziaria. Una novità è poi il gruppo di lavoro che il ministro Bassolino sta formando su ?occupazione e Terzo settore? in cui non macheranno rappresentanti del non profit. L?altra partita è quella delle fondazioni bancarie, su cui il governo punta molto per far decollare un rapporto costruttivo tra profit e non profit, come è scritto nel programma.
Handicap grave
Nell?ultima finanziaria sono state inserite norme a sostegno dei disabili gravissimi, i non autosufficienti. Per loro sono state previste risorse aggiuntive, rincorrendo la scommessa di trasformare le erogazioni monetarie in servizi. Sul collocamento obbligatorio invece, dopo l?annuncio del Polo che farà ostruzionismo impedendo di votare la legge in commissione, si prevedono tempi più lunghi del previsto. Ma l?obiettivo resta fare il più in fretta possibile: una volta al traguardo poi occorrerà vigilare perché le aziende applichino senza scorciatoie il dettato normativo.
Obiezione di coscienza
Fatta la legge sull?obiezione, la prossima mossa sarà creare il servizio civile nazionale. Il presidente D?Alema dovrà creare l?agenzia che gestirà questa nuova possibilità per i giovani italiani. L?ideale in questo caso sarebbe stato delegarne la gestione al ministero della Solidarietà sociale, ma il dicastero retto da Livia Turco non è ancora sufficientemente strutturato per accollarsi un simile impegno. Ecco perché la palla passa – per ora – a Palazzo Chigi, in attesa che il ministero della Solidarietà si irrobustisca – cosa che a D?Alema non dispiacerebbe affatto.
Sport di base
In Italia ci sono 83 mila società sportive, ma molte faticano a tirare avanti e non hanno tratto vantaggi finora dalla legge sulle Onlus. La riforma giace da due anni alla Camera. Per sbloccare la situazione pare che il governo voglia inserire la parte ?fiscale? di questa riforma nella finanziaria in discussione, per far partire le agevolazioni.
Il muto dolore degli albanesi di Salgrado
Forse non fa notizia che un prestigioso supplemento come quello del madrileno ?El País? si interessi ai profughi albanesi che rischiano la vita per attraversare l?Adriatico, in cerca della felicità. Forse, dirà qualcuno, gli spagnoli vogliono consolarsi, vogliono sentirsi in buona compagnia, loro che ogni giorno vedono lo Stretto di Gibilterra preso d?assalto dai clandestini nordafricani. Ma se a muoversi è il numero uno mondiale della fotografia impegnata, se a sbarcare sulla costa pugliese con i suoi obiettivi è quel genio del brasiliano Sebastião Salgado, allora vuol dire proprio che il dramma che abbiamo in casa sta attirando l?attenzione di tutto il mondo. O almeno, di coloro che hanno occhi e cuore più sensibili. ?Albanesi in cerca del Paradiso? è il titolo del drammatico servizio pubblicato dal ?magazine? spagnolo. «Salgado ritrae il dolore di popolazioni che non hanno altra via di uscita che fuggire in avanti», commenta ?El País?. Ecco dunque bimbette che posano per la foto segnaletica esibendo targhetta numerata e succhiotto; famigliole esauste su una branda senza materasso; adulti dagli sguardi rassegnati nel centro di San Foca; ragazzini che non perdono la voglia di ridere e di divertirsi…
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.