Politica

Dopo la Finanziaria, il Tavolo

Social Job/ Editoriale. Nella manovra molti provvedimenti per il sociale. Ma manca una visione complessiva. E' ora di costruirla. Di Costanza Fanelli, presidente Legacoopsociali

di Redazione

due mesi dalla frenetica e confusa approvazione della Finanziaria 2007, dovrebbe apparire semplice parlare oggi non più solo del ?segno? della manovra ma soprattutto dei suoi effetti concreti rispetto allo sviluppo e al miglioramento delle politiche verso il sociale. In realtà così non è. E non solo per la grande mole di commi e riferimenti in essa contenuti che rende ardua una lettura organica dei provvedimenti e una valutazione più complessiva delle ricadute concrete, ma anche per ragioni politiche e comunicative. Il dibattito tra governo e parti sociali sul dopo Finanziaria, infatti, si è concentrato subito soprattutto attorno ad alcuni temi (liberalizzazioni, pensioni) finendo col mettere in seconda linea aspetti e contenuti che hanno o potrebbero avere invece un impatto significativo, diretto e indiretto, in settori importanti e nuovi di politiche sociali. Né d?altra parte il governo è apparso interessato a costruire una comunicazione organica verso l?opinione pubblica e le parti sociali per evidenziare che dietro ad alcune misure e finanziamenti previsti in Finanziaria (per la non autosufficienza, il fondo per i servizi all?infanzia, ma anche verso nuove politiche per giovani, immigrati, famiglie, pari opportunità tra uomo e donna, ecc) c?è una forte volontà di rilancio e riorganizzazione delle politiche sociali oggi.

I contenuti sociali della manovra finiscono così con l?essere identificati con la sommatoria di tanti e diversi interventi e finanziamenti che camminano in diverse direzioni e ambiti. Confermando che le politiche sociali in quanto tali non sono ancora un capitolo rilevante alla pari di altri (come la sanità o la previdenza o le politiche del lavoro).

Né lo spacchettamento delle diverse competenze in materia di Welfare in diversi ministeri ha certo aiutato a costruire il senso complessivo di una manovra che comunque è di ripresa di investimenti nel sociale, a cominciare dall?importante ripristino ad un miliardo di euro della quota del Fondo sociale destinata allo sviluppo dei servizi sociali sul territorio. Un segnale di coordinamento tra i diversi ministeri che hanno a che fare con il Welfare sarebbe stato e sarebbe più che necessario per capire in che direzione si vuole camminare.

Spetta però anche alle forze sociali, specie a quelle del terzo settore, di farsi sentire di più in questa direzione. Dobbiamo infatti riconoscere che nel corso della discussione sulla Finanziaria l?attenzione delle realtà del terzo settore si è dovuta concentrare attorno ad alcune singole misure (il chiarimento sul regime Iva della coop sociale, il 5 per mille, il superamento del salario convenzionale) ritenute, anche giustamente, essenziali e di fondo, lasciando però in qualche modo scoperto uno spazio di più ampia iniziativa su scelte da imprimere in materia di politiche di welfare anche in relazione alle necessità dello sviluppo economico. Uno spazio da colmare presto. Va in questa direzione la recente iniziativa promossa da Legacoopsociali su Innovazione del Welfare e sviluppo e la richiesta lì formulata al governo di avviare al più presto un Tavolo nazionale sulle politiche sociali con tutti gli attori e le forze interessate.

Di Costanza Fanelli,
presidente Legacoopsociali

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