Volontariato

Dopo l’inferno, la fama

Come scrive Elvis Costello nelle note di quest’album, Bettye LaVette è «una delle più grandi e sottovalutate cantanti R&B»,

di Enrico Barbieri

E’ prima di tutto un atto di giustizia, questo I?ve Got My Own Hell To Raise: un parziale risarcimento nei confronti di una musicista straordinaria e troppo poco conosciuta, soprattutto in Europa. Bettye LaVette è «una delle più grandi e sottovalutate cantanti R&B», scrive Elvis Costello nelle note di quest?album. Nata nel Michigan e cresciuta a Detroit, Bettye ha iniziato prestissimo a mettere in moto le sue eccezionali corde vocali, con una serie di concerti e registrazioni a 45 giri che non le hanno però aperto le porte del grande giro. Solo negli ultimi anni è apparso chiaro che Bettye non ha nulla da invidiare alle regine del R&B. In I?ve Got My Own Hell To Raise, finalmente si confronta con la musica al femminile più giovane: da Fiona Apple a Sinéad O?Connor. Avvolti dalla fiammante voce di Bettye, tutti i pezzi si rivitalizzano e si accendono. Il fuoco sacro è quello di un sud americano che trasuda blues, soul, sangue e passione. Peccato siano solo dieci canzoni.

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