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Dopo di noi, Anffas: «Commissariamento per le regioni inadempienti»

Le prime reazioni alla Relazione della Corte dei Conti sull'attuazione della legge 112/2016. Ancora da spendere oltre 216,5 milioni di euro, più di tre volte l’attuale valore annuale del Fondo. Solo 8mila i beneficiari.

di Sara De Carli

In questi giorni è stata pubblicata la Relazione della Corte dei Conti sull’attuazione delle misure previste dalla legge n. 112/2016 (sul Durante e il Dopo di Noi). Dopo sei anni, la Corte dei Conti restituisce il flop dell’attuazione di una legge che era invece necessaria, attesissima e innovativa. «Purtroppo la Relazione della Corte dei Conti conferma quanto le famiglie Anffas hanno più volte denunciato, senza mai ottenere la dovuta attenzione soprattutto da parte di molte regioni ed ambiti territoriali. E tuttavia queste criticità non mettono in dubbio la portata innovativa della legge 112 che, ove correttamente applicata, permette mirati e personalizzati interventi a supporto di un progetto individuale di vita per ciascuna persona con disabilità in vista del suo progressivo distacco dalla famiglia di origine e l’acquisizione di una propria identità da persona adulta. Bene quindi che la Ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli abbia annunciato, a breve, una apposita Commissione per analizzare queste criticità e dare concreta e compiuta attuazione alla legge 112 in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale: la collaborazione di Anffas non mancherà certamente», commenta il presidente nazionale di Anffas, Roberto Speziale.

Molto spesso il Dopo di Noi lo si sta costruendo privatamente con le realtà del Terzo Settore e con le risorse delle persone con disabilità. Esperienze che sfuggono alla Corte dei Conti, ma reali. E tuttavia non si può continuare ad assistere a ritardi e lacune. «Alla politica e allo Stato centrale», prosegue il presidente «chiediamo di commissariare senza indugio tutte quelle regioni e quegli ambiti inadempienti o rimuovere i funzionari che non fanno il loro dovere, piuttosto che ritardare o ritirare i finanziamenti che finiscono solo con il penalizzare le persone con disabilità ed i loro familiari. Il nostro auspicio è che questa relazione possa essere “un sasso nello stagno” e che finalmente si prenda tutti coscienza che le persone con disabilità e i loro familiari non possono più attendere per vedere predisposti ed attuati loro progetti di vita, soprattutto per avere accesso alle misure previste dalla legge 112».

La Relazione è stata adottata con delibera del 23 dicembre scorso n. 55/2022/G ed è una chiave di lettura integrativa rispetto alla Relazione sulla Legge che il Governo deve trasmettere al Parlamento entro il 30 giugno di ogni anno e che guarda più agli interventi posti in essere: relazione, però, che manca da oltre tre anni. Secondo la Relazione della Corte dei Conti oggi in sostanza sul Dopo di Noi abbiamo ancora da spendere oltre 216,5 milioni di euro, più di tre volte l’attuale valore annuale del Fondo. Un dato che fa riflettere sulla capacità di progettare interventi, ma anche di rendicontarli. A ciò si aggiunga che ormai sono divenute indisponibili, perché dopo essere state conservate in conto residui per molti anni sono andate in c.d. “perenzione amministrativa”: al 2021 risultano andati persi 4,75 milioni di euro.

Anche il numero dei beneficiari delle misure attivate con risorse del Fondo per il Dopo di Noi (seppur di altissimo pregio in alcuni casi) deve far riflettere su come vengono individuati i potenziali fruitori delle misure: «a volte come Anffas abbiamo registrato in alcune Regioni l’adozione di criteri di accesso del tutto stringenti e neppure giustificati dalla norma statale e dai decreti di riparto. In altri casi Anffas ha visto che un non congruo budget di progetto costruito nel progetto individuale di vita ha fatto desistere molti che avevano inizialmente richiesto di accedere a tali misure». Sebbene durante la predisposizione della legge si fossero valutate in 100-150mila le persone che avrebbero potuto richiedere di accedere alle misure, la relazione al Parlamento del 2019 parlava di poco meno di 6mila beneficiari, oggi dalla Corte dei Conti solo leggermente aumentato: si parla di 8.424 persone che in totale hanno fruito di tali misure con risorse a valere sul Fondo statale.

Un altro aspetto è lo scarsissimo ricorso ai meccanismi giuridici di protezione e destinazione delle risorse patrimoniali della persona con disabilità e della famiglia, attraverso le assicurazioni o il ricorso a trust, vincoli di destinazione degli immobili e mobili registrati e fondi fiduciari. Durante i lavori parlamentari, prima dell'approvazione della legge n. 112/2016, erano state fatte proiezioni sul ricorso a tali meccanismi giuridici, preventivando 51,958 milioni di euro di minori entrate per l’anno 2017 e 34,050 milioni di euro a decorrere dal 2018. Come però registra la Corte dei Conti, fino all’anno 2020 e quindi fino all’anno di imposta 2019, le minori entrate rilevate sono state pari a 7.431.800 euro con circa 145 milioni di euro che invece sono normalmente entrati nelle casse dello Stato. «Le risorse stanziate a copertura delle minori entrate adesso devono essere riassegnate al Fondo Statale per il Dopo di Noi per attivare ulteriori misure dirette a tutela delle persone con disabilità grave, così come prevede l’articolo 9 della Legge n. 112/2016», sottolinea Anffas in una nota.

Foto Unsplash

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