Famiglia

Donne: Telefono Rosa, 37% denuncia violenze

Il 37% si dichiara infatti vittima di abuso fisico, il 16,66% di violenza economica, mentre il 30,52% ha subito violenza psicologica.

di Redazione

La violenza nei confronti delle donne non e’ ancora sconfitta. E nemmeno la gelosia. Il 37% si dichiara infatti vittima di abuso fisico, il 16,66% di violenza economica, mentre il 30,52% ha subito violenza psicologica. Nel 43,3% dei casi il ‘movente’ dei maltrattamenti e’ proprio quello ‘passionale’. Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine sulla violenza sommersa contro le donne condotta da Telefono rosa e presentata nella sala del Carroccio in Campidoglio. La ricerca, ”Le voci segrete della violenza 2002”, e’ stata condotta su un campione di 1.766 donne italiane, di eta’ compresa tre i 18 e 65 anni. I dati, veicolati mediante un questionario e raccolti da 60 volontarie di Telefono rosa, mostrano che la violenza sulle donne persiste anche se, rispetto al passato, le donne reagiscono alle ingiustizie e, sono in grado di fornire non solo i vari volti, ma anche origine e peculiarita’ della violenza subita. Al primo posto, anche se in decremento rispetto al passato, le donne intervistate denunciano l’abuso fisico che rappresenta il 37% dei casi considerati. Diminuisce la violenza economica (16,66% rispetto al 67,1% del 1994), mentre la violenza psicologica (30,52%) appare in crescita rispetto al 1991 (22,5%), segno di una maggiore consapevolezza femminile del difendere la propria personalita’ e le proprie condizioni materiali. Prima di fare qualsiaisi passo, che sia una denuncia o un’azione legale, la donna sembra oggi avvertire piu’ che nel passato la necessita’ di una corretta ed esauriente informazione. Ricorrendo direttamente a Telefono rosa e trascurando confidenze a familiari e amici (92%) o a pareri di legali (72,13) o interessando solo successivamente le forze dell’ordine, la donna vuole conoscere preventivamente l’iter da seguire per liberarsi da una condizione di disagio, ma vuole anche sentirsi preparata alle conseguenze che derivano dalla sua decisione. I profili che emergono sono quelli di una donna e di un uomo, una coppia che ha un’eta’ tra i 19 e 65 anni, l’intero arco esistenziale in cui si progetta, si costruisce, si tiene in piedi una famiglia. C’e’ una precocita’ nell’uomo a commettere atti di violenza, e’ un marito nel 72,68% dei casi o un convivente (11,32%). E’ un impiegato (20,78%) o ha un’occupazione precaria o instabile (17,29%). L’83,97% degli autori di violenza non fanno uso di alcool o droghe. Tre le ragioni dell’abuso vengono indicati nel 9,46% dei casi i disturbi psichici. Per quanto riguarda la donna, sembra non esistano limiti d’eta’ al proposito di spezzare una situazione umiliante mentre sono altre le condizioni che possono limitare un atto di coraggio: l’essere casalinghe (31,93%) cioe’ non avere un reddito proprio e svolgere un’occupazione non socialmente qualificata. Essere pensionata (12,16%) o fare un lavoro ripetitivo come l’impiegata (19,76%) per il quale non si viene sostenute o valorizzate adeguatamente. Il motivo piu’ frequente dei maltrattamenti contro le donne e’ la gelosia (43,30%): l’uomo riversa sulla donna tutta la carica aggressiva della proprie insoddisfazioni.

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