Famiglia

Donne nella terza età il bisogno di sentirsi utili

Dai centri anziani di tutta Italia, una carta dei diritti per l’impegno sociale delle ultrasessantenni: energie positive da riservare sulla società. Un’iniziativa che piace all’Onu.

di Redazione

Impegnarsi nel sociale, sviluppare il proprio ruolo nella lotta all?emarginazione. E conquistare spazio agli interessi accantonati per un complesso di inferiorità o per spirito di sacrificio verso la famiglia. In nome del diritto a pari opportunità in tutti i settori della vita civile. Sono le rivendicazioni contenute nella ?Carta dei diritti delle donne anziane?, che riassume in 12 articoli i bisogni di una categoria poco tutelata e, in un passato non remoto, discriminata nel silenzio. Il documento – redatto dall?Associazione nazionale centri sociali, comitati anziani e orti – è stato approvato a Orvieto nei giorni scorsi durante la Prima Conferenza europea delle donne anziane. Seicento ultrasessantenni di 50 città italiane hanno dialogato con coetanee europee e statunitensi, oltre che con esponenti femminili di istituzioni nazionali e internazionali, associazioni di volontariato e Ong. La carta non ha precedenti, tanto da aver suscitato l?interesse di Alexandre Sidorenko, direttore del ?Programma terza età? dell?Onu. Le donne nella terza età chiedono di essere protagoniste della solidarietà. Vogliono promuovere il livello culturale e la qualificazione del mondo femminile non più giovane. E cercano una tutela assicurativa per chi, come loro, difende i soggetti deboli, oltre a nuove leggi che riconoscano il loro ruolo ancora produttivo e attivo. «Non immaginavo che in questa parte della mia vita avrei viaggiato da sola per l?Europa come membro di commissioni», Rita D?Antonio, vicepresidente nazionale dell?Associazione centri sociali, è la prima a riscoprirsi risorsa per la società. «La Carta dei diritti mi ha permesso di realizzare un sogno», confida. «Oggi l?anziano è l?unica risorsa naturale capace di nutrire con amore le nuove generazioni», è la conclusione di Rita D’Antonio, «dobbiamo trasferire questo messaggio nel rapporto coi giovani. Le donne della terza età sono già impegnate in tantissime iniziative, alcune delle quali anche in collaborazione col mondo della scuola, ma è necessario moltiplicare il nostro impegno nel sociale, perché le nostre doti possano davvero contribuire a migliorare la società». E. Z.


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