Famiglia

Donne, in politica contano poco

Novità sulle pari opportunità

di Redazione

Un triennio al femminile: la Commissione nazionale per le Parità e le pari opportunità tra uomini e donne ha presentato al Consiglio dei ministri la prima relazione sulle attività svolte a favore delle donne. Dopo tre anni di attività, la Commissione nazionale per le Pari opportunità tra uomini e donne traccia un bilancio del proprio lavoro e del ruolo delle donne in Italia. Istituita nel 1990, è diventata operativa solo nel 1994 in vista della quarta conferenza mondiale sulle donne svoltasi a Pechino nel ?95. Il piano di azione firmato dai governi di tutto il mondo in quella occasione e il ?Quarto programma d?azione 1996-2000? promosso dall?Unione Europea per combattere le discriminazioni verso le donne, sono stati assunti come linee guida per le attività della Commissione in questi anni. L?istituzione, nel 1996, del ministero per le Pari opportunità, è stato poi un momento fondamentale: la presenza di un interlocutore privilegiato ha rafforzato il peso politico e istituzionale dell?affermazione dei diritti delle donne. Ma è proprio in campo politico che la presenza femminile ha subìto, in Italia, una netta inversione di tendenza. Sono rimaste lettera morta sia la legge a sostegno delle candidature femminili, sia una sentenza della Corte Costituzionale (n. 422 del 6 settembre 1995) che invita i partiti a proporzionare la presenza di uomini e donne. In molte amministrazioni comunali e provinciali, infatti, le norme che regolano la presenza di entrambi i sessi nelle Giunte e negli Organi collegiali sono state palesemente violate. Contro le discriminazioni in campo politico e per riequilibrare la presenza delle donne nei processi decisionali, tredici ministre dell?Unione Europea hanno firmato nel maggio del 1996 la Carta di Roma, con l?obiettivo di impegnare la Comunità europea a dare a donne e uomini uguali possibilità di accesso ai vertici del potere e per affermare nel nuovo Trattato dell?Unione il principio del maestreaming: l?assunzione di una prospettiva che comprenda il punto di vista delle donne in tutte le scelte politiche e nella prassi di governo. Anche nel mondo economico la posizione della donna appare penalizzata: stentano a decollare le iniziative a favore dell?imprenditorialità femminile. Diverse invece le vittorie sul piano sociale: dalle modifiche al codice penale in materia di custodia cautelare per le donne incinte o con bambini di età inferiore ai tre anni, alla promozione di pene alternative per le detenute con figli minori, dalla nuova normativa sul cognome dei figli all?importante revisione del codice penale in materia di violenza sessuale. Ancora all?esame del Parlamento, ma sembra in dirittura d?arrivo, il provvedimento per consentire alle donne di entrare nelle Forze armate. E per il futuro? La Commissione sta per realizzare un sito Internet per integrare l?informazione su tutte le iniziative a favore delle donne e per diffondere la cultura delle parità tra i sessi.


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