Famiglia

Donne al mulino bianco

Delude Rodrigo Garcìa, vincitore del festival di Locarno. Nove storia con grandi interpreti. Ma il tono è melenso, il regista mostra più astuzia che ispirazione

di Andrea Leone

Premiato con il Pardo d?Oro all?ultimo festival di Locarno, diretto da Rodrigo Garcìa (figlio di Gabriel Garcìa Marquez ) e interpretato da vecchie glorie dello schermo come Sissy Spacek e Glenn Close, Nove vite da donna è un film corale che si svolge sotto il segno di un minimalismo alla Carver o alla Altman, privo però della crudeltà, della freddezza e della sapienza dei modelli di riferimento.

Storie di donne alle prese con relazioni fallimentari, vecchi amori che ritornano, infanzie tradite, malattie, famiglie oppressive, suicidi e funerali. Garcia rappresenta la realtà con un taglio documentaristico e asettico: ogni storia è un frammento, un referto, una breve istantanea di un destino nel vasto repertorio dei casi possibili, un singolo suono che emerge e poi rapidamente affonda nell?infinito rumore del mondo. La storia ci viene presentata in un momento apparentemente casuale, che in realtà contiene una epifania decisiva. In quel preciso frangente si rivelano il passato e il futuro: scene, situazioni, attimi in cui si tirano le somme di una intera vita o di un rapporto.

La giuria di Locarno ha voluto premiare soprattutto l?originalità del procedimento narrativo e il virtuosismo linguistico del film: tutti gli episodi sono infatti dei lunghi piani sequenza, in cui la macchina da presa segue senza interruzioni i personaggi e il farsi degli eventi; una registrazione in presa diretta, che mima l?immediatezza della vita e l?irripetibilità insensata e preziosa di ciò che ci accade, senza artifici o stacchi temporali.

Nonostante l?interessante cornice formale il film rivela più astuzia e mestiere che ispirazione: la fiducia del regista in una materia povera si traduce spesso in banalità e debolezza, cui si aggiungono una lentezza eccessiva, un sentimentalismo estenuante e filosofemi che sarebbero perfetti in uno spot del Mulino Bianco. Discutibile l?edizione italiana, dominata da voci melodrammatiche.

Tra i nove episodi si segnala per intensità emotiva e potenza della rappresentazione solo il terzo, bello e struggente, intitolato Holly: dopo molti anni una ragazza torna a casa per rivedere il padre odiato e violento, responsabile della sua infanzia atroce. Rabbiosa, disperata e distrutta, viene risucchiata dagli abissi della memoria. Insieme alla sorella la ragazza cerca di recuperare dei ricordi d?infanzia, per resistere e poter credere che qualcosa di bello è esistito, ma è inutile. Si suiciderà davanti al padre con un colpo di pistola.

Nove vite da donna
di Rodrigo Garcia.

Con Glenn Close, Molly Parker, Sissi Spacek.

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