Famiglia

Donne africane a scuola con Rita Levi Montalcini

La Fondazione presieduta dal premio Nobel Rita Levi Montalcini finanzia tre programmi di borse di studio per l'istruzione superiore di donne africane in Etiopia e Mozambico

di Barbara Fabiani

Dice un proverbio africano : “Se istruiamo un ragazzo, istruiamo una persona, se istruiamo una ragazza, istruiamo una famiglia, una nazione”.
Per passare dalle parole ai fatti la Fondazione Rita Levi Montalcini, nata per sostenere i giovani nelle loro scelte di formazione in direzione dello sviluppo, apre una parte della sua attività verso l’Africa e finanzia tre programmi di borse di studio indirizzate alle donne.

Sessanta giovani etiopi per cinque anni studieranno alla scuole superiori o all’auniversità di Addis Abeba, o potranno seguire corsi di specializzazione in Italia o stages di perfezionamento.
Sono anche state bandite borse di studio (attraverso un apposito comitato dell’International Brain Research Organization l’IBRO) per neo laureate, della durata di due anni, per specializzazioni e attività di ricerca in patologie del sistema nervoso e quindi per combattere la tripanosomiasi o malattia del sonno, una delle maggiori piaghe che tormentano l’Africa.
Un analogo progetto sulla formazione universitaria verrà realizzato il Mozambico presso l’organizzazione locale l’UGC (Unione Generale Cooperative).

Un’equazione tra conoscenza e consapevolezza che è confermato dal fatto che per secoli, ad ogni latitudine, è stata proprio l’ignoranza uno dei principali strumenti ideologici per controllare le aspirazioni femminili di uguaglianza.
L’istruzione è quindi uno dei mezzi da privilegiare per emancipare le donne da una contesto sociale di sfruttamento e di negazione dei loro diritti umani, ma anche una strada obbligata per condurre le nazioni nel loro complesso verso lo sviluppo economico e sociale

“Nuclei femminili in varie parti del globo e in prevalenza nel terzo Mondo hanno ottenuto successi che molte volte hanno richiesto eccezionale coraggio, non soltanto perché la donna è in quei Paesi tuttora sottoposta all’asservimento maschile, ma in quanto le problematiche affrontate si opponevano a dogmi secolari. – ha detto nel suo intervento Rita Levi Montalcini riconoscendo la forza di volontà di tante associazione africane di donne. “Le donne in base alle loro naturali attitudini, alla loro innata flessibilità e capacità di adeguarsi ai nuovi sistemi di vita possono intervenire nel tentativo di risolvere problemi quali: l’analfabetismo, la salute dei bambini, i servizi di assistenza alla maternità e pianificazione familiare. Gravi disparità nei livelli sociali e culturali sono la causa prima della destabilizzazione della società umana e possono essere affrontate in base ad interventi globali gestiti da organizzazioni femminili.”

E su questo versante, ai fini di integrare la sua attività, la Fondazione intende promuovere la creazione di una Organizzazione africana femminile, denominata con l’acronimo AWO, (African Women Organization), con l’obiettivo rispondere alle richieste che perverranno da parte dei gruppi femminili africani

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