Non profit

Donazioni sicure? Non basta chiamarsi onlus

Fund raising/ L'istituto italiano della donaizxone: assicurazione antitruffa

di Antonietta Nembri

Dopo aver letto i giornali ho scoperto di aver ?buttato? via i miei soldi. E non sono stata l?unica a essermi fidata di un?associazione che diceva di voler aiutare dei bambini con gravi problemi di salute, ma che in realtà non lo faceva. Al di là della beffa e della sensazione di essere stata truffata, anche se di pochi euro, mi chiedo come si possa essere giunti a questo. Non c?è un modo per evitare che associazioni sedicenti benefiche approfittino del buon cuore della gente? Chi controlla che sia tutto vero? Mariuccia B. (Milano) La nostra lettrice ha ragione. Oltretutto i comportamenti non proprio trasparenti di alcune sedicenti associazioni danneggiano innanzitutto le realtà che agiscono in modo corretto che sono la stragrande maggioranza. E dopo quanto avvenuto in Lombardia, dove ai responsabili di un?associazione è stata contestata la «distrazione dei fondi a scopo di profitto» e l?associazione a delinquere, diventa più che mai urgente fare chiarezza. «Quanto successo è un grosso problema ed è anche una delle ragioni per cui è nato l?Istituto italiano della donazione», sostiene Maria Guidotti, neo presidente di questa realtà che si propone di contribuire a diffondere tra le organizzazioni non profit comportamenti d?eccellenza etica e allo stesso tempo rassicurare il donatore nelle sue scelte di donare. «I recentissimi casi di brogli e illeciti da parte di associazioni di volontariato, che hanno ?giocato? col sentimento solidaristico dei donatori, sono da condannare e perseguire », afferma Maria Guidotti. «Ma è bene rammentare a tutti gli italiani che ripongono la loro generosità in opere di solidarietà sociale, che il terzo settore è fatto per la stragrande maggioranza di associazioni meritevoli, capaci di svolgere con correttezza e serietà la propria missione». La neo presidente dell?Iid osserva anche che in Italia si è di fronte a «un vuoto legislativo che dovrà essere colmato per quanto riguarda criteri e accesso ai diversi strumenti di finanziamento», e anche che si è all?inizio della riflessione: «come istituto rappresentiamo a oggi l?unica esperienza concreta e affidabile in grado di coprire questo vuoto». Strumento principale è la Carta della donazione, in Italia il primo e unico codice etico di autoregolamentazione per la raccolta e l?utilizzo dei fondi nel non profit. «A novembre faremo un convegno che sarà un momento per conoscere la Carta e diffonderla. Soprattutto sensibilizzando le associazioni ad adottarla sentendo come urgente la necessità di adottare dei criteri riconoscibili», annuncia Maria Guidotti che si auspica pure che le associazioni sentano sempre più il bisogno di avere un ?bollino?, ossia una certificazione che garantisca la trasparenza del bilancio, un corretto equilibrio tra quanto viene investito sull?obiettivo per cui si chiede la donazione e quanto viene speso per la struttura: «È importante che i parametri siano scelti da soggetti altri, rispetto alla stessa organizzazione non profit». Tra i suggerimenti (su vita.it un decalogo) che si possono dare, quello di preferire donazioni tramite conto corrente e chiedere una ricevuta per quelle fatte in contanti. La definizione ?onlus? non è una garanzia assoluta di trasparenza, ma è solo una categoria fiscale. Ma soprattutto vanno evitate le donazioni ?impulsive? sollecitate dai tavoli in strada o dai salvadanai. Salvo che non si tratti di una campagna conosciuta personalmente.


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