Non profit
Donazioni: è la ricerca medico-scientifica a stimolarne di più
E' quanto emerge da un'indagine di Consodata, la società del Gruppo Seat Pagine Gialle specializzata nei servizi per il marketing
E? la ricerca medico-scientifica a stimolare di più le donazioni al terzo settore in Italia, anche presso i giovani e i laureati, più sensibili di altri alle cause per gli animali e all?ambiente. Sono i risultati delle analisi effettuate da Consodata, la società del Gruppo Seat Pagine Gialle specializzata nei servizi per il marketing, cui si rivolgono anche i principali enti del ?terzo settore? per orientare le campagne di raccolta fondi. Le elaborazioni sono state condotte sulla banca dati LifeStyle, che raccoglie nel rispetto della privacy le informazioni sugli stili di vita delle famiglie italiane. Da un primo esame è emerso che:
Interessanti anche gli approfondimenti effettuati da Consodata, sempre sulla numerosità delle donazioni, che hanno evidenziato diversità di comportamento per età, scolarità e dimensione del nucleo familiare, pur confermando sempre al top le cause per la ricerca medico scientifica.
Nella scelta della causa l?età fa differenza …
I giovani condividono la propensione a donare per la ricerca medico-scientifica (28,3% delle donazioni da essi effettuate), ma mostrano un?attenzione superiore alla media per le cause animaliste (8,5%, contro il 5,8% di tutti) e meno per quelle umanitarie (15,4% contro il 17% di tutti). Gli over 50 (in media sulla ricerca medico-scientifica, con il 29,6% delle donazioni da essi fatte) sono relativamente più attenti alle cause umanitarie e sociali nazionali (18% e 12,7%, rispettivamente il contro il 17% e l?11,7% di tutti), e poco per quelle animaliste. Chi ha tra 31 e 50 anni conferma ancora l?interesse prevalente per la ricerca medico-scientifica (29,6% delle donazioni da essi effettuate), con un po? più di sensibilità alle cause per l?infanzia (18,8% contro il 17,7% di tutti).
… come anche la scolarità e la consistenza del nucleo familiare
Anche scolarità e numerosità del nucleo familiare influiscono sulla scelta delle cause, e con qualche sorpresa. Chi ha la licenza media dona ancora più volentieri per la ricerca medico-scientifica (31,7% delle donazioni di essi fatte contro il 29,6% di tutti) piuttosto che per l?ambiente (2,9% contro il 3,8 di tutti), e cede di poco sul fronte delle cause umanitarie (15,4% delle donazioni da essi effettuate, contro il 17% di tutti). Viceversa, chi ha la laurea, pur confermando il primato alla ricerca-medico scientifica, lo fa in tono inaspettatamente minore (26,6% delle donazioni da essi effettuate), mentre conferma l?effetto dell?istruzione sul fronte delle cause umanitarie (19,2%), per i diritti umani (7,3%) e l?ambiente (4,8%).
Nelle famiglie ristrette (sino a 2 membri) la ricerca medico-scientifica è ancora al top, ma in misura di poco inferiore alla media (27,9 % delle donazioni da esse effettuate); sopra la media è invece l?attenzione alle cause animaliste (ben il 7,1% delle donazioni da essi effettuate). Nelle famiglie più numerose (5 e più membri), per le cause della ricerca scientifica ci allinea alla media complessiva, ma si nota anche una sensibilità superiore alla media per le cause a favore dell?infanzia (18,7% contro il 16,7% di tutti).
Per gli importi contano età e istruzione
Secondo Consodata, età e istruzione influiscono anche sugli importi delle donazioni. Nella fascia dei giovani (18-30 anni) prevalgono donazioni di piccolo importo (fino a 25 _ l?anno), che pesano per il 38,2% dei casi da essi rappresentati; in quella dei 31-50enni prevalgono le donazioni tra i 25 e 50 _ l?anno (31%), mentre in quella degli over 50 prevalgono le donazioni tra i 50 e i 250 _ l?anno (34,4%). Quanto ai comportamenti per livello di istruzione, chi ha un livello di scolarità medio-basso concentra le donazioni nelle fasce inferiori, sino a 25 _ l?anno (32,8 % dei casi da essi rappresentati) e da 25 a 50 _ (32,3%); e questo mentre i laureati concentrano le loro donazioni nelle fasce da 50 a 250 _ l?anno (36% dei casi da essi rappresentati) e da 25 a 50 _ (26%). La numerosità della famiglia non sembra invece influire direttamente né sulla propensione a donare né sull?entità delle donazioni.
?Le analisi effettuate offrono uno spaccato molto interessante sul tema. – ha commentato Elio Schiavo, Amministratore Delegato di Consodata Spa – Questa è però solo la base. Alle organizzazioni del terzo settore che, sempre più di frequente si rivolgono a Consodata per orientare e ottimizzare le campagne di fund-raising, rendiamo disponibili analisi ben più approfondite. Come ad esempio quelle che permettono di definire il profilo del donatore ideale per ogni causa, permettendo a ciascuna associazione del non-profit di concentrarsi sui target a più alto potenziale, e quindi di raccogliere di più e con minore sforzo?.
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