Non profit
Donazioni delle imprese, quelle deduzioni non sono cumulabili
Fisco dubbio nella Guida curata dai commercialisti
di Redazione
Leggendo la recente “Guida alle erogazioni liberali” messa online dal Consiglio nazionale dei commercialisti, ho notato una doppia interpretazione sulla deducibiltà delle donazioni effettuate dalle imprese. I limiti del 2% sul reddito d’impresa o di 2.065,83 euro, sono cumulabili o alternativi?
Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, ma è perché non osiamo che sono difficili». Mi servo di Seneca per introdurre il tema delle “Guide”, di quei testi che ambiscono a facilitarci la vita perché trattano di norme e procedure in modo che chi è soggetto ad esse possa adempiere con serenità. Le “Guide per il non profit” sono essenziali, in quanto macinano, tagliuzzano e rendono edibile qualcosa che risulta immangiabile per incapacità del legislatore e ostinazione della burocrazia.
Gran merito ha quindi il Consiglio nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili nell’aver prodotto la guida sul tema delle agevolazioni fiscali delle donazioni. Gli estensori della Guida hanno riportato sia il punto di vista del donatore (persona fisica o azienda) sia quello del beneficiario della donazione, l’ente non profit, in molte delle sue declinazioni: onlus, associazione di promozione sociale, fondazioni e così via. In questo modo la Guida è realmente utile tanto ai commercialisti quanto agli amministratori del terzo settore.
Non manca qualche piccola incongruenza, come quella segnalata del lettore in merito alla vecchia – ma ancora vigente – norma relativa alla deducibilità delle donazioni in denaro alle onlus effettuate da aziende: nelle tabelle sinottiche la Guida afferma che il limite è del 2% del reddito d’impresa dichiarato o di 2.065,83 euro. In altra parte, afferma che i due limiti lavorano assieme, cioè il limite del 2% vale fino ad un massimo di 2.065,83 euro. Questa seconda versione non è corretta. Infatti il meccanismo che incrocia un limite assoluto con uno percentuale (usato nella “+Dai -Versi” con i confini del 10% fino ad un massimo di 70mila euro), funziona se nel testo vi è scritto qualcosa che faccia presumere questo incrocio. Nella legge sulle onlus abbiamo due limiti con un “o” che li separa. Quindi un’azienda con un reddito d’impresa di 50mila euro troverà conveniente utilizzare la deducibilità assoluta, potendo donare e portare a deduzione fino a 2.065,83 euro, quota non raggiungibile con il suo 2% (che ammonta a soli mille euro).
Esco dai tecnicismi e mi permetto di rilevare una mancanza forse di esperienza. Non tutte le agevolazioni hanno lo stesso peso. La “+Dai -Versi”, promossa da Vita sette anni fa, ha avuto un successo formidabile tra gli enti, ma presenta ancora delle difficoltà operative (ad esempio per le donazioni in natura) sulle quali sarebbe utile un contributo del Consiglio nazionale. Il non profit ha bisogno che le norme vengano spiegate ma che se ne scoprano anche gli effetti positivi, le difficoltà, i dubbi.
[Carlo Mazzini – www.quinonprofit.it]
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