Mondo

Donazioni da famiglia di gangster, Obama restituisce i fondi

Sono i fratelli di Pepe Cardona. Scoop New York Times

di Gabriella Meroni

I due fratelli americani di un magnate messicano arricchitosi col gioco d’azzardo, accusato negli Stati Uniti di traffico di droga e truffa e attualmente latitante, sono tra i maggiori finanziatori della campagna elettorale del presidente Obama.

Il messicano in questione, Juan Jose Rojas Cardona, meglio noto come Pepe, si rese irreperibile dopo essere stato incriminato nello Iowa nel 1994, e da allora è stato collegato a diversi episodi di violenza e corruzione in Messico. Fonti del Dipartimento di Stato nel 2009 l’hanno inserito tra i sospettati di aver organizzato l’assassinio di un rivale in affari e di aver corrotto funzionari messicani.

Lo scoop è del New York Times, che ieri 6 febbraio aveva ufficialmente chiesto informazioni ai responsabili della campagna di Obama sui fratelli Cardona. Dopo la risposta di prammatica: <<Non conosciamo il fratello>>, i responsabili della campagna hanno annunciato però la restituzione dei 200mila dollari donati dai Cardona alla campagna. Nel gennaio dello scorso anno – continua il NYT – uno dei fratelli di Pepe Cardona, Carlos Rojas Cardona, che vive a Chicago, si spese presso l’ex presidente del Partito Democratico dello Iowa affinché chiedesse la grazia al governatore per il fratello Pepe, ma senza successo. Lo scorso autunno, ancora Carlos Cardona insieme a un altro fratello, Alberto Rojas Cardona, iniziò a raccogliere fondi per la campagna di Obama e del Democratic National Committee. I fratelli Cardona – nota ancora il quotidiano – non hanno alcuna storia di impegno politico né di donazioni, e secondo gli attivisti del partito <<sono apparsi improvvisamente dal nulla>> nel mondo del fund-raising democratico.

Tuttavia Alberto e Carlos Cardona, oltre a donare ciascuno oltre 30mila dollari al partito, hanno convinto anche la sorella Leticia a versare 13mila dollari e un altro parente in Illinois a contribuire con altri 12.600 dollari. Anche se i due fratelli vivono e lavorano a Chicago, mantengono legami con Pepe Cardona in Messico. Ed è questo il punto. Alberto Cardona gestisce un’agenzia pubblicitaria in Messico, e ha lavorato per i candidati politici sostenuti da suo fratello, come dimostrano documenti pubblici. Pubblici registri mostrano anche che il dominio del sito web di un ristorante di Pepe Cardona è registrato a nome del fratello Alberto.

Secondo i funzionari della campagna di Obama, la maggior parte del denaro raccolto dai fratelli Cardona proviene dalle loro tasche e da quelle di parenti, per un ammontare complessivo di circa 200mila dollari. Inoltre, secondo la campagna altri 100mila dollari o poco meno sono stati donati da persone legate ai Cardona. <<Restituiremo i contributi di questi individui e di eventuali altri donatori da loro presentati”, ha detto un portavoce della campagna di Obama.

Pepe Cardona è uno dei maggiori protagonisti del violento e ambiguo mondo del gioco d’azzardo messicano. Nel 2007 è sopravvissuto a un tentativo di omicidio attribuito a membri della criminalità organizzata. Un rapporto del Dipartimento di Stato su di lui, che faceva parte dei file resi pubblici da Wikileaks, sospettava che avesse illegalmente “ripulito” 5 milioni di dollari versandoli a favore delle campagne politiche di candidati messicani alle elezioni del 2006.

Il New York Times ovviamente tentato di contattare i fratelli di Pepe Cardona, ma senza riuscirci. Ha sentito però una cognata, tale Sarah Westall, che abita in Minnesota, secondo la quale sarebbe sbagliato giudicare male altri membri della famiglia a causa della cattiva reputazione di Pepe Cardona. Sempre secondo la donna (che ha sposato un altro fratello di Pepe, Gabriel), i cognati Alberto e Carlos hanno fatto donazioni alla campagna democratica perché sono sostenitori del presidente Obama e apprezzano il tradizionale impegno del partito a favore della comunità latina, e per nessun’altra ragione. <<E’ difficile da credere, lo so>>, ha detto, <<ma il resto della famiglia è composto da brave persone. E anche Pepe in realtà è un bravo ragazzo>>.

Qualunque siano le reali motivazioni della famiglia, il presidente non può concedere la grazia a chiunque sia accusato di crimini di Stato. Ieri 6 febbraio gli esponenti del partito democratico che hanno incontrato Alberto e Carlos Cardona in occasione della campagna di raccolta fondi espresso sorpresa circa la loro storia familiare. Manuel Sanchez, un avvocato di Chicago in prima linea nella campagna elettorale per Obama soprattutto tra i cittadini di origine latina, ha assicurato di aver incontrato i Cardona per la prima volta a dicembre in una riunione del comitato finanziario per la campagna del presidente a Washington. <<Me li hanno presentati come esperti di marketing e mi hanno colpito perché erano giovani molto intelligenti che sostenevano il presidente>>, ha aggiunto Sanchez. <<La mia impressione è che siano persone molto educate e competenti. Non conoscevo assolutamente il loro fratello in Messico e non sapevo che fosse così discusso>>.

Ma a Johnson County, in Iowa, le autorità conoscono benissimo il passato di Pepe Cardona. Nato in Messico da una modesta famiglia con nove figli, cresciuto in Iowa, Pepe divenne un attivista dei diritti civili all’università dello Stato e fu anche eletto presidente del Senato degli Studenti. Mentre frequentava ancora l’ateneo, nel 1990, fu accusato di malagestione dei fondi degli studenti, e un anno dopo fu ufficialmente indagato per truffa ai danni dei soci di una azienda di telemarketing che egli stesso aveva fondato. Condannato a cinque anni di carcere, e mentre era libero in attesa del processo d’appello venne arrestato nel New Mexico con l’accusa di contrabbando di marijuana. Dichiaratosi colpevole delle accuse nel 1994, si rese irreperibile mentre era libero su cauzione, per poi ricomparire molto tempo dopo in Messico.

Nel 1998, l’accusa per droga venne annullata da un giudice federale, e Pepe Cardona tornò pulito per i tribunali federali. Non così nello Iowa, dove su di lui pende ancora la richiesta di arresto formulata dal giudice nel 1992. Inoltre secondo il procuratore di Johnson County Pepe Cardona deve vedersela anche con un mandato di arresto per violazione della libertà vigilata. Sempre secondo il procuratore, almeno due volte nel corso degli ultimi quattro anni un avvocato ha contattato l’ufficio del governatore dell’Iowa chiedendo la grazia per Pepe Cardona. La più recente richiesta di questo tipo è arrivata negli ultimi giorni in cui era in carica il governatore democratico Chet Culver, ed è stata presentata da un avvocato, Gordon Fischer, che è anche stato l’ex presidente del Partito Democratico dello Iowa. Tuttavia la grazia non è stata concessa per l’opposizione del procuratore, la signora Janet Lyness. <<Mi vengono in mente poche persone meno meritevoli di perdono di Pepe Rojas-Cardona>>, ha scritto la Lyness nella sua ricusazione, aggiungendo che graziare Cardona sarebbe <<prendersi gioco della giustizia>>.

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