Salute

Donatori sangue: aumentano al Sud, calano al Nord

«Una tendenza preoccupante» secondo l'Istituto superiore di sanità

di Gabriella Meroni

Il numero dei donatori in Italia dal 1999 al 2000 e’ sostanzialmente stabile (+3%) e si attesta intorno a 1 milione e 300 mila: lo rileva, da dati dell’ Istituto Superiore di Sanita’, la ‘Simti’ (Societa’ Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia) che ha organizzato a Lecce dal primo al 6 giugno prossimi un ‘Convegno nazionale di Studi di Medicina Trasfusionale’ nel quale saranno analizzati i problemi che caratterizzano l’ intero percorso trasfusionale dal donatore al malato. Un’ analisi della distribuzione regionale del totale dei donatori – prosegue la Simti – pone in evidenza ”una preoccupante diminuzione” nelle Regioni come Lombardia e Veneto che tradizionalmente presentano un alto numero di donatori e un incremento nelle regioni meridionali (Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna). Le unita’ di sangue raccolte in Italia sono state 2 milioni e 26mila, e, sostanzialmente, pur con qualche problema, hanno garantito l’ autosufficienza; il plasma raccolto e’ stato pari a 599mila litri mentre ne sarebbero occorsi altri 360 mila per raggiungere l’ autosufficienza. Nel 2000 i dati che rilevano il fabbisogno reale di sangue a livello regionale dimostrano che l’ autosufficienza non e’ ancora stata raggiunta da parte di numerose regioni e in particolare da Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Sardegna e Sicilia. Un’ indagine conoscitiva fatta dall’ Istituto Superiore della Sanita’ per valutare i bisogni di sangue per il 2002 – e’ detto ancora nella nota – ha permesso di ipotizzare che il numero di unita’ di sangue che alcune Regioni italiane potranno fornire alle altre carenti non sara’ verosimilmente sufficiente per coprire le loro necessita’. Da questa previsione risulta evidente la necessita’ di ”avviare un grande progetto di impegno civile, di solidarieta’, di progresso scientifico – evidenziano gli organizzatori – che consenta di garantire per i prossimi anni alla Medicina e alla Chirurgia del Paese la necessaria disponibilita’ di sangue per offrire il meglio della terapia trasfusionale a tutti i malati che ne avranno bisogno”. Il presidente della Simti, Giuseppe Aprili, nel presentare l’ iniziativa sottolinea che ”ci siamo trovati e ci troviamo a fare i conti con un significativo aumento dei fabbisogni trasfusionali che non e’ certo frutto di scarsa attenzione all’ appropriatezza della richiesta, ma che correla direttamente con l’ incremento dell’ attivita’ sanitaria in una popolazione sempre piu’ anziana; inoltre assistiamo a una preoccupante stagnazione di una raccolta di emocomponenti che, da un lato, mostra evidente incapacita’ di sostenere l’ aumento dei consumi, dall’ altro, rende sempre piu’ difficili i gia’ del tutto precari meccanismi di compensazione tra Regioni”. ”E’ evidente come in uno scenario cosi’ complesso, molto articolato e frenetico nel suo divenire – prosegue Aprili – il Sistema sangue del nostro Paese, per essere pari alle sfide di crescita che lo attendono, si deve dotare di strumenti nuovi e piu’ adeguati, in termini culturali innanzi tutto, in termini organizzativi e anche in termini economici”.


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