Cultura

Don Vinicio Albanesi: “Io sto con i cani e gli infedeli”

La provocazione del presidente della Comunità Capodarco ieri in onda su EcoRadio, in risposta all'emergenza rom

di Chiara Sirna

“Quando si vuole liberare il tempio, i primi ad essere cacciati sono i cani e gli infedeli, i cani sono gli zingari e gli infedeli sono gli immigrati. Per me sono delle persone e in quanto tali vanno rispettati. Io credo che ci sia una specie di elastico: da una parte l’opinione pubblica viene alimentata attraverso i media e dall’altra il governo crea delle fiction e non è così efficace come dice di essere, perché il problema dell’immigrazione non è trattato come un problema strutturale ma emergenziale, invece nella nostra società è diventato un problema essenziale per la nostra sopravvivenza e non viene affrontato come tale”: così Don Vinicio Albanesi ai microfoni di Nello Trocchia e Enrico Fierro, durante L’Arca della Legalità, in onda ieri su Ecoradio.

E sul ruolo della chiesa nel gestire le questioni legate all’ immigrazione aggiunge: “La Chiesa per fede e definizione non deve fare discriminazioni. In questi ultimi anni, però, è troppo prutende e patteggia il suo futuro. E’ comprensibile scambiare un certo assenso per avere domani un vantaggio ma bisogna tener presente che poi se ne pagano le conseguenze. Noi non possiamo e non dobbiamo ledere la dignità delle persone. Per essere cattolici fino in fondo dovremmo accogliere tutti, altrimenti tradiamo l’essenza della nostra fede”.

“E’ una cosa ignobile perchè significa schiavizzare persone in un tempo in cui la schiavitù non solo non è permessa, ma è del tutto disumana”: così Albanesi commenta la proposta dell’On. Margherita Boniver di risolvere il problema dei rifiuti a Napoli utilizzando la manodopera di immigrati clandestini.


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