Non profit

Don Ricca: «Non parlate di disagio per gli adolescenti»

Il tutore di Erika, intervenendo al convegno degli Oratori salesiani, rifiuta di catalogare i giovani

di Gabriella Meroni

“Disagio e normalità sono categorie non più adeguate per interpretare la situazione giovanile. Sempre più i fatti di violenza e di sangue che occupano le prime pagine della cronaca, specie se coinvolgono i giovani, ma non meno ormai anche gli adolescenti, ci dicono che l’approccio ai giovani non è facilmente classificabile in categorie fisse e predeterminate a priori”.

E’ quanto afferma Don Domenico Ricca, Salesiano, da anni Cappellano al Ferrante Aporti di Torino, e recentemente salito agli onori della cronaca perché designato tutore di Erika dal giudice del Tribunale. Ricca amplia la sua riflessione e fa un riferimento al Convegno in svolgimento a Collevalenza e parla della sua esperienza con gli Oratori salesiani. “Qualche volta si diventa più conosciuti in un momento particolare perché c’è un evento speciale. E’ quanto succede a me in questo momento. Ma penso alla vita ordinaria, dove c’è tutto un modo di lavorare quotidiano, nella ordinarietà, ma costante, silenzioso, attento, produttivo. E’ il tanto lavoro fatto nella prevenzione.”

Dimostrando un po’ di contrarietà per immagini che talvolta ricorrono e che trovano spazio anche nei media, secondo le quali il mondo salesiano sarebbe sbilanciato sulle classi meno popolari e più abbienti, Ricca precisa: “Penso agli Oratori salesiani nati nelle periferie delle città e ancora oggi tantissime volte situati in zone povere o comunque popolari. Ancora oggi è variegata e ricca la presenza che offre servizi nel nuovo contetso segnato anche dalla immigrazione, da situazioni di multietnicità, multireligiosità. Continua il servizo con i centri diurni e le scuole popolari”.
E conclude con una espressione a lui tanto cara: “Occorre pensare in grande e agire in piccolo. Si tratta di piccoli passi, nella logica o dell’immediato o della semplicità e ordinarietà. Ma non sono passi meno importanti o meno qualificati e competenti”.

I Salesiani in Italia, oltre le Associazioni che agiscono nel mondo dello sport, della comunicazione, del turismo, del volontariato internazionale, hanno promosso una Federazione che agisce nell’ambito del volontariato nazionale e della emarginazione. E’ la Federazione SCS : servizi civili e sociali. Si ritrovanoin essa religiosi e laici, educatori nell’area della emarginazione e della devianza, obiettori di coscienza. Attualmente la Federazione, di cui Don Domenco Ricca è Presidente nazionale, associa una decina di Enti. Andrea Sebastiani, giovane e dinamico segretario nazionale, presenta i numeri: “Dieci Enti con una trentina di comunità che operano nell’area della tossicodipendenza, 15 comunità di accoglienza per minori, altrettanti i centri diurni.

Gli obiettori di coscienza in convenzione sono 850. In questi ultimi tempi è iniziata l’attività del Servizio di Volontariato Europeo: la Federazione Scs ha presentato, e sono stati approvati, 7 progetti per l’impiego di complessivi 15 volontari. 6 volontari provenienti da nazioni europee attualmente sono in servizio in Italia”.

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