Non profit

Don Mimmo Battaglia solidale con Nunzia Coppedè

Nunzia Coppedè, presidente della Fish Calabria, ha subito il sabotaggio del pulmino utilizzato per il trasporto dei disabili

di Redazione

Di seguito pubblichiamo la lettera di solidarietà scritta da don Mimmo Battaglia della Fict (Federazione italiana comunità terapeutiche) dopo l’attentato subito da Nunzia Coppedè, presidente regionale della Fish (Federazione italiana superamento handicap)

Desidero esprimere la mia vicinanza e quella del Centro Calabrese di Solidarietà, a Nunzia Coppedè, presidente regionale della Federazione Italiana Superamento Handicap, per il momento di sgomento che segue l’orribile intimidazione ricevuta.

Un gesto doppiamente vigliacco, perché compiuto con intento di nuocere e perché indirizzato ad una donna che, a viso aperto, si impegna quotidianamente per mantenere viva l’attenzione sui diritti, sull’esigenza di legalità, sul rispetto dell’altro. Un segnale preoccupante che merita attenzione ed esige che si faccia quadrato attorno a chiunque, sul nostro territorio, combatta concretamente l’illegalità.

Mi auguro che il sostegno politico, rivolto in questi giorni alla Coppedè, non rimanga uno schieramento formale ma si traduca  in azioni, in voglia reale di cambiamento, in politiche di sostegno verso chiunque si impegni in prima persona. Non è la prima volta per la nostra regione: abbiamo assistito a episodi raccapriccianti di questo tipo in troppe occasioni, ricordo l’Agorà di Crotone, le cooperative agricole della Locride… Com’è difficile non sentirsi soli in questi tragici momenti! Com’è difficile dirsi: ne vale la pena!

Nei nostri percorsi educhiamo le persone in difficoltà a non mollare mai, a non darsi mai per vinti, a credere che davvero le cose possono cambiare.

E sono convinto che, anche in questo caso, né la preoccupazione, né la paura, né le minacce potranno zittire la voce, o fermare il cammino di chi si impegna per un cambiamento. Voltare pagina è possibile, se tutti ci sentiremo coinvolti. A Nunzia ed a tutte le persone che con lei vivono l’esperienza di Comunità nella casa di via Conforti a Lamezia, voglio dire che noi ci siamo, con voi ed accanto a voi.

 E, ne sono sicuro, tanti faranno lo stesso. 

Agli uomini che hanno commesso questo gesto possiamo offrire il nostro dolore la nostra rabbia ma non la nostra resa. Agli uomini che hanno commesso ciò diciamo: se avete bisogno di noi siamo qui, se avete bisogno di speranza ne siamo pieni. Se non riuscite a credere in una Calabria migliore, noi vi potremmo fare sentire la fragranza di questa idea.

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