Cultura
Don Mazzi: «Le sculacciate? Bergoglio ha ragione, basta con i genitori-amici»
Il prete di strada milanese reagisce al discorso del Pontefice in cui ha sottolineato che nell'educare i figli non bisogna mai colpirli in faccia «perché la guancia è dignità» ma anche dell'importanza delle sculacciate e della figura paterna
Papa Francesco è tornato a parlare e a far discutere. Nell'ultima sua omelia, palrando di educazione, ha sottolineato come un padre non debba mai dare chiaffi ai figli sul volto. «lo dico sempre: mai sulla guancia, perché la guancia è dignità». Solo sculacciate insomma. Bergoglio è andato oltre spiegando che «quando il papà o il maestro devono dire “qua sono io quello che comanda” è perché hanno già perso autorità». Un discorso che naturalmente ha fatto molto scalpore. Vita.it ha chiesto a don Antonio Mazzi che cosa ne pensi.
Gli schiaffi ai figli ledono la loro dignità, meglio le sculacciate. È d'accordo con Francesco don Antonio?
Questo Papa ti meraviglia sempre. Perché usa un linguaggio che usiamo tutti noi. Ha tutte le misure dell'uomo, non è mai artificale o artefatto. Questo Papa è padre e parla come parlerebbero i nostri padri. E la paternità è un tema a lui molto caro. Recentemente ha anche parlato della grande assenza dei padri, motivo di grande sofferenza dei figli. È sempre chiaro e semplice. È riuscito a dire alle suore «non siate zitelle» e ai cardinali «o si è poveri e non si è credenti». Oggi dice ai padri semplicemente di fare i padri. E ha ragione
Ha anche aggiunto che se un educatore è costretto a sottolineare la sua posizione di superiorità ha già perso autorità. È così?
Certo. Fino a ieri c'era il padre padrone, adesso siamo passati al padre amico. Abbiamo sbagliato prima e adesso abbiamo esagerato dall'altra parte. Dovevamo trasformare l'autorità in autorevolezza. Invece abbiamo creato queste finte madri che educativamente sono inutili. Finalmente un Papa che dice certe cose. Poi naturlamente ci saranno gli psicologi che protesteranno. Mi fanno un po' ridere. Se andassimo però a vedere a casa loro che situazioni ci sono… questa è una mia cattiveria. È meravigliosa l'importanza che Francesco dà alla paternità. Noi mettiamo di mezzo sempre la mamma. E invece… Voglio dire una volta di più che sono felicissimo del suo linguaggio.
Nello stesso discorso Bergoglio ha anche detto che «andare verso i poveri non significa diventare pauperisti o una sorta di “barboni spirituali”» ma dirigersi «verso la carne di Gesù che soffre». Cosa vuol dire?
È facile diventare “barboni spirituali”, cadere nel buonismo. Il barbone spirtuale è una persona posto male ideologicamente o politicamente. Aiutare i poveri vuol dire assumere sulla propria carne i dolori degli altri prima per condividerli e poi, se possibile, risolverli. Il grande errore è qeullo di voler risolvere tutto senza condivisione. È quella la cosa più difficile: condividere. Bisgona ascoltare. Quando uno se ne va da noi deve sapere che abbiamo condivisio il suo dolore, che un pezzo di quel dolore lo abbiamo assunto noi. È quello che ha fatto Cristo.
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