Cultura

Don Mazzi e i giovani, un saggio tutto da leggere

“Se grandina a primavera” è il titolo dell’ultima opera firmata dal fondatore di Exodus. Un volume da sfogliare, sottolineandone i passaggi. Nelle 190 pagine si ritrovano i diversi interventi sulla stampa, nei convegni, nelle tavole rotonde e nelle conferenze realizzati da un vero esperto di giovani e adolescenti. Dalla lettura emerge a 360 gradi un mondo che molti faticano ancora a comprendere

di Antonietta Nembri

Don Antonio Mazzi spesso ricorda le sue origini contadine e questo riandare alle radici dà anche lo spunto per il titolo del suo ultimo saggio dedicato a un mondo che il fondatore di Exodus conosce molto bene: i giovani e gli adolescenti. “Se grandina a primavera – Amare ed educare gli adolescenti (e noi stessi) in tempo di crisi” (Edizioni San Paolo 2023, pp 190, 16 euro) è, infatti, il titolo che nel risvolto di copertina trova una spiegazione: “Se grandina a primavera, il saggio contadino non si scoraggia, ma fa due cose: lavora per salvare il frutto che c’è ancora e tiene lo sguardo puntato sull’estate che si avvicina, quando si raccoglierà”.


Il frutto sono i ragazzi, quelli che nella sua lunga esperienza di educatore e accompagnatore di giovani lui conosce davvero. Nelle pagine del libro si ritrovano i suoi interventi sulla stampa, quelli fatti ai convegni, alle tavole rotonde, alle conferenza e nei corsi di aggiornamento che, rivolti agli adulti e a volte agli stessi giovani, offrono una riflessione che guida, insegnamenti che nascono dall’esperienza e dalla riflessione.
Non sfuggono nei diversi capitoli i riferimenti a fatti di cronaca – episodi che oggi sono lontani mesi o qualche anno – che diventano spunti per andare oltre invitando ad alzare lo sguardo dai particolari a guardare ogni piccolo spiraglio di cambiamento, di speranza, senza scoraggiarsi. Nell’introduzione, si legge infatti che l’intento di don Mazzi nel raccogliere i diversi interventi rappresenta, da parte sua, “l’offerta di un’occasione per una riflessione più obiettiva, più attenta di quella che è possibile solo stimolare su una pagina di rivista”. E l’invito è a capire che “il bene comunque è sempre maggiore del male, anche se il male ha studiato metodi speciali per apparire, dovunque e sempre male”.

Le macro-aree in cui si declinano gli interventi e le riflessioni sono: statistiche (con tante riflessioni che nascono dai numeri che sempre più spesso ci raccontano chi sono, cosa pensano e cosa fanno i ragazzi); bullismo e violenze giovanili (dal branco al gruppo riscoprendo l'umano); droga (con dipendenze vecchie e nuove); scuola (con tante suggestioni per gli educatori) e, infine, proposte dove si mostra come sia possibile partendo da episodi negativi arrivare a un’educazione.
Nelle conclusioni si legge l’invito a lavorare sui ragazzi su tre temi: la bellezza (aiutandoli a uscire dagli schemi); la morte (insegnamo loro che cosa è perché con essa non si può scherzare) e infine il denaro: la vita “non è il denaro”. Ma occorre anche educare al fallimento che non è mortificazione.

Un libro che vuole offrire una chiave di lettura nei confronti di un’età, l’adolescenza che non è mai stata facile in nessuna epoca e oggi è ancora più complicata con un’attenzione in più perché ricorda ancora don Antonio Mazzi: “Se noi capiremo l’adolescenza salveremo gli adulti. Così, ancora una volta, saranno i figli che salveranno i padri”.

In apertura immagine da Edizioni San Paolo

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