Formazione

Don Giussani a 360 gradi

Il fondatore di Cl parla della fede, dei cristiani e di come è cambiata la Chiesa in questi anni. E del rapporto tra cristiani ed ebrei

di Paolo Manzo

”Io credo che, se non ci sarà prima la fine del mondo, cristiani ed ebrei saranno una sola cosa nel giro di 60-70 anni”. Don Luigi Giussani, 80 anni quest’anno, teologo e fondatore di Comunione e liberazione, in un’intervista esclusiva a ‘Libero’ parla della fede, dei cristiani e di come è cambiata la Chiesa in questi anni. Le parole più commosse sono per il Papa Giovanni Paolo II: ”Il Papa è commovente -dice- nella netta percezione della tragedia odierna e nell’animo trepidante e indomito con cui indica il compito”. Una figura che, secondo don Giussani, oggi è inascoltata: ”Non lo ascoltano -dice- perfino tra i vescovi e i preti. Gli stessi capi comunità capiscono bene queste cose. Non c’è attesa. Questo vale in Cl e fuori, nella Chiesa e fuori: non si percepisce più l’essenza del cammino religioso umano. Siamo all’assurdo che è autorizzato a parlare di Israele solo chi dia per scontato che questo popolo che resta eletto non possa più radunarsi con i cristiani. Mi è giunto un messaggio dal rabbino di New York che definisce Cl ‘il resto d’Israele’. Don Giussani si rivolge anche al presidente degli Stati Uniti, George Bush: ”Vorrei dirgli: Non la salvi tu la nazione. La salva Colui, quella Realtà, quell’Essere, quel livello dell’Essere a cui tu, Bush, dici: ti riconosco e faccio quello che posso per salvare la nazione”. Per il fondatore di Cl è proprio questa la differenza tra il presidente degli Usa e i talebani che combatte: ”Lui -dice- riconosce la sua appartenenza a una storia cristiana”. Per don Giussani il problema della fede oggi ”è che non opera più il salto culturale, non dice niente al sangue che bolle. Siamo gli unici che possiamo investire culturalmente nella folla spersa, quella che accende la televisione, che va a scuola e trova professoresse cui non importa niente degli allievi”. Infine un appello ai giornalisti: ”A voi chiedo -conclude il teologo- la consapevolezza di essere alla radice della conversione del mondo. Provate ad essere i portentosi provocatori della vita comune degli uomini”.


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