Cultura

Don Gianni, don Vitaliano e gli unti dal Signore

L'uno mette sugli altari Berlusconi, l'altro Cofferati. Entrambi cercano pubblicit

di Maramao

Don Gianni Baget Bozzo ha definito Silvio Berlusconi ?un uomo della Provvidenza che sta liberando l’Italia?. Don Vitaliano della Sala ha invece salutato in Sergio Cofferati ?l’uomo mandato dal Signore per salvare la sinistra?. Sono impazziti? Macché. Basta saper leggere, avrebbe detto Leonardo Sciascia, ?il contesto?.
Il pensatore capo di Forza Italia (e già del Psi e prima ancora della Dc antidegasperiana) ha pronunciato le sue alte considerazioni teologiche (?E? una gioia che i ciellini si siano liberati di Andreotti, che io considero il più sciagurato e cinico dei politici democristiani. Saluto con altrettanta gioia la scelta di abbracciare Berlusconi, uomo della Provvidenza che ha saputo liberare l’Italia dal Pci e dalla Dc?) al Meeting dell?Amicizia di Rimini, luogo che il sacerdote aveva scelto con cura e sagacia per lanciare il suo ultimo libro, ?Profezia? (Mondadori), che altrimenti chissà quante (poche) copie venderebbe.
La frase ?Il Signore benedica il tuo lavoro?, invece, il cappellano in servizio permanente effettivo dei no global l?ha scritta in una lettera inviata al segretario generale della Cgil con lo scopo (non riuscito) d’invitarlo alla settimana di campeggio organizzato dal movimento a Sant?Angelo a Scala, paese campano di cui don Vitaliano è parroco e dal quale non può muoversi in quanto ?interdetto? dal Vaticano (Don Gianni, in compenso, a forza di far politica, si guadagnò una bella sospensione a divinis). Il prete no global, dunque, voleva anche lui far pubblicità alla “sua” kermesse, quella no global, il teologo di Fi al suo libro. Vanitas vanitatum, avrebbero detto gli antichi. ?State buoni, se potete? avrebbe detto loro un santo.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.