Cultura

Don Gianantonio Allegri, ricordo di un costruttore di pace

Nato a Schio (Vicenza) 60 anni fa, classe 1957, don Gianantonio fu uno dei tre religiosi rapiti in Camerun nel 2014 dai guerriglieri di Boko Haram e rilasciati dopo 52 giorni di prigionia. Rientrato dall'Africa, nel 2015 è stato nominato parroco di Santa Bertilla, a Vicenza, che nel 2016 ha costituito l’unità pastorale Porta Ovest assieme alle parrocchie di San Carlo, San Giuseppe e San Lazzaro. È mancato martedi notte dopo aver lottato contro una malattia incurabile

di Cristiano Morsolin

È mancato martedi notte don Gianantonio Allegri, dopo aver lottato contro una malattia incurabile.

Nato a Schio (Vicenza) 60 anni fa, classe 1957, don Gianantonio fu uno dei tre religiosi rapiti in Camerun nel 2014 dai guerriglieri di Boko Haram e rilasciati dopo 52 giorni di prigionia. Rientrato dall'Africa, nel 2015 è stato nominato parroco di Santa Bertilla, a Vicenza, che nel 2016 ha costituito l’unità pastorale Porta Ovest assieme alle parrocchie di San Carlo, San Giuseppe e San Lazzaro.

Nel 1986 fu tra i promotori dell’appello firmato da 10.000 preti, religiose e laici di tutto il Trivenento, “Beati i costruttori di pace”, che ha radunato migliaia di giovani nelle storiche assemblee in Arena di Verona, con testimoni d’eccezione come Don Tonino Bello, Rigobertá Menchú, David Maria Turoldo, Mons. Luigi Bettazzi.

Proprio nell’ultima assemblea del 25 aprile 2014 a Verona, nel corso dell'Arena di Pace e Disarmo, la richiesta di pace per i 35 conflitti oggi presenti nel mondo è uno dei motivi affinchè il “popolo della Pace” chiama a raccolta, con le parole di Papa Francesco: “La guerra è il suicidio dell’umanità” – ha chiesto la liberazione di Gianantonio Allegri, a Giampaolo Marta, sacerdoti di Vicenza, e la suora canadese Gilberte Bussier dell’ordine della Divina Volontá (come documentato da VITA).

Dopo il sequestro in Camerun don Gianantonio ha partecipato a numerosi incontri sulla pace e missioni, apprezzando profondamente le riforme di Papa Francesco, presentando il suo libro "Rapiti da Dio – due mesi prigionieri di Boko Haram", pubblicato dalla Emi (Editrice missionaria italiana) con la prefazione del Vescovo Bregantini.

«La situazione nel nord del Camerun è molto difficile – aveva recentemente dichiarato – e nell’area sono stati trovati anche dei campi di addestramento di Boko Haram». Il missionario fidei donum– rapito dalla setta islamista – riferisce della facilità con cui gli estremisti reclutano giovani camerunensi. «Molti bambini sono stati portati via con la forza oppure affidati dalle famiglie a Boko Haram con la promessa di denaro e di una vita migliore».

Sottolinea che “…La mia grande gioia ed esultanza si univa alla preghiera perché finisca il commercio di armi che favorisce la guerra e gli scontri tra opposte fazioni in tanti paesi del mondo, in Africa in particolare”.

«Dobbiamo essere in missione anche qui in Italia, ripartendo dai poveri» e’ stato il messaggio esistenziale di don Gianantonio Allegri.

Un ricordo personale
Ho lavorato con don Gianantonio, detto amichevolmente Toni, nella commissione “Giustizia e Pace” della Parrocchia San Clemente di Valdagno (Vi), da lui fondata (1987-1991) che aveva aggregato tanti giovani sui temi della mondialità. Ricordo con emozione tante iniziative di pace come il controllo del mandato elettorale “Democrazia è Partecipazione”, contro le armi nucleari della Base Nato a Vicenza, la campagna “Contro la fame, cambia la vita”, l’Oratorio tutto colorato con le bandiere della pace “L’Italia Ripudia la Guerra” della prima guerra nel Golfo del 1991.

Nella Parrocchia di San Clemente di Valdagno, Toni ha accompagnato molti giovani oggi impegnati in un laicato responsabile. Il suo cammino autentico di ricerca della pace e della giustizia, promosso nella Commissione “Giustizia e Pace” della parrocchia di San Clemente e nel comitato di obiezione alle spese militari, continua per esempio con l’impegno attuale di Marisa Mercanti, coordinatrice della bottega del commercio equo e solidale “Canalete” di Valdagno, Florindo Morsolin con il Comitato valdagnese di Cooperazione decentrata, i suoi compagni di seminario Don Maurizio Mazzetto in Pax Christi a livello nazionale, Don Pierantonio Pavanello oggi Vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo, Cristina Acerbi impegnata in politica insieme a suo fratello Acerbi Giancarlo, oggi sindaco dove una lista civica di centro-sinistra governa Valdagno (nordest) da 20 anni.

Il protagonismo dei Laici nella Chiesa di papa Francesco
Rapimento a parte, è la stagione vissuta in missione (un decennio tra 1992 e 2002 nella diocesi di Maroua-Mokolo nel nord del Camerun) ad aver arricchito don Gianantonio. «L’attività missionaria che abbiamo condotto si è sempre sviluppata in stretto legame col progetto della diocesi camerunese, basato su evangelizzazione e promozione umana. Così la vita delle “Comunità ecclesiali viventi” (questo il nome africano delle comunità di base), ritmata dalle celebrazioni e dalla catechesi, si è coniugata con i progetti di sviluppo nel settore dell’agricoltura, della salute, dell’istruzione e della promozione della donna e dei giovani».

Continua: «Quella vissuta in Camerun è stata una bella esperienza di Chiesa. Là i laici erano (e sono) una presenza forte, non avremmo potuto fare niente se non ci fossero stati catechisti che preparavano il terreno. La Chiesa in cui ho avuto la fortuna di operare è giovane anagracamente (tanti bambini e giovani), ma è una Chiesa dove anche le donne hanno il loro spazio. Tornato in Italia, mi porto dietro questo desiderio che si possa attuare anche qui il medesimo stile di corresponsabilità con i laici respirato in Africa. Mi è stata adata, per fortuna, una realtà pastorale dove è presente un laicato impegnato e maturo», mi aveva confidato recentemente.

Il Centro missionario Diocesano di Padova ricorda così don Giannantonio. «Una volta liberato ci ha commosso la sua testimonianza e la sua totale dedizione al Vangelo, anche in quei giorni faticosi al limite dell’umano! Abbiamo avuto modo di incontrarlo e apprezzarlo tantissimo nell’ultima testimonianza di vita che ha donato qualche mese fa nell’appuntamento con i “Lunedì della missione”. Esprimiamo la nostra vicinanza in questo momento così drammatico, ma colmo della speranza nel Cristo annunciato nel mattino di Pasqua! Ai cari familiari, al vescovo di Vicenza Mons. Beniamino Pizziol, a don Arrigo Grendele, al Centro missionario e alla diocesi di Vicenza il nostro abbraccio più fraterno. Una preghiera dai missionari padovani e dal Centro missionario della nostra diocesi».

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