Cultura

Don Fortunato riparte.

Don Fortunato Di Noto, estromesso dall’associazione che aveva fondato, sarà consulente del ministro Gasparri. Ecco i suoi programmi

di Gabriella Meroni

L?avverarsi di un sogno. Così don Fortunato Di Noto commenta la sua nomina a consulente del ministro delle Comunicazioni, Gasparri, al quale proporrà interventi e misure a difesa dell?infanzia. Con l?entusiasmo di chi ha appena ricevuto un dono a lungo atteso, il parroco di Avola racconta di essere uscito da un periodo buio, che l?ha visto combattere contro la ?ribellione? di alcuni suoi storici collaboratori che l?hanno estromesso dalla sua creatura, Telefono Arcobaleno. Ma ormai è acqua passata. «Sì, sono felice, soprattutto per i bambini», dice a Vita di ritorno da Roma, dopo aver ricevuto l?investitura ufficiale dal ministro. «Perché avrò la possibilità di lavorare con mezzi più efficaci per difenderli, non solo dai pericoli di Internet ma più in generale dalla violenza e dagli abusi che li assediano». La nomina è stata resa nota il 9 giugno, a coronamento di una serie di incontri e contatti (due viaggi a Roma e moltissime telefonate) avuti con Maurizio Gasparri nei mesi scorsi. Ma don Di Noto precisa che la sua non è una scelta politica: «Avevo un ottimo rapporto anche con il governo precedente», assicura, «in particolare con Livia Turco. Anche con lei si era parlato di una forma di collaborazione, poi per mancanza di tempo non se ne fece più nulla. Ora, anche grazie al sì del mio vescovo, sono pronto a ributtarmi nella mischia». Don Fortunato Di Noto ha grandi progetti, e non li nasconde. Innanzitutto, «per passare dalla denuncia alla progettualità», suggerirà di potenziare i servizi per la famiglia, perché sia in grado di difendere i propri componenti più piccoli, e poi di dotare la polizia di più sofisticati strumenti tecnologici per il monitoraggio del web e per il contrasto alla criminalità pedopornografica. Quanto alla sua attività sociale, dopo l?addio al centralino che aveva fondato («so che sta andando avanti, ma non mi chieda altro») ora don Di Noto annuncia la costituzione di una nuova associazione, prevista per agosto. «Il nome ancora non lo so, lo decideranno i ragazzi del mio oratorio tra i quali ho lanciato un sondaggio», continua. «Comunque sarà un?organizzazione basata sul lavoro degli stessi giovani che erano con me a Telefono Arcobaleno e non mi hanno abbandonato». Proprio in questa direzione, tra l?altro, va un?altra iniziativa del vulcanico sacerdote: la creazione di uno «sportello infanzia» in ciascuna parrocchia italiana. Un?idea che aveva lanciato in una mailing list di sacerdoti, e per la quale ha già ricevuto decine di adesioni. Insomma, dopo il (forzato) silenzio, un?incessante ondata di attività. E il primo passo da consulente? «Capire che fine ha fatto un?ottima legge voluta dalla Turco, la 269/98, che costituì un fondo speciale per le giovani vittime di abusi sessuali».


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