Cultura

Don Enzo Boschetti, in corso la beatificazione

Morto prematuramente il 15 febbraio 1993 a 63 anni, don Enzo è stato l'anima della Casa del giovane di Pavia

di Redazione

“Quando il mondo si farà più comunità, più condivisione, più amicizia con la garanzia del servizio e ci libereremo dalle nostre false sicurezze e dai nostri alibi, allora Cristo potrà sfondare e arrivare dove la miseria umana è legge.”

La vita e l’opera di don Enzo Boschetti (1929-1993) sono ben espresse dalla frase ‘Preghiera e Servizio’ da lui stesso coniata.
Nasce il 19-11-1929 a Costa de? Nobili (PV) da papà camionista e mamma casalinga. Affascinato dalla preghiera, a 20 anni fugge di casa per trovare la sua vocazione. Approda al Carmelo Teresiano dove vive 7 anni con generosità e umiltà come semplice frate. Inviato nel Deserto del Kuwait come missionario, avverte fortemente la chiamata al sacerdozio. Ma per realizzare ciò dovrà uscire dall’Ordine religioso e studiare come vocazione adulta. Incontrando molte difficoltà vive questa scelta con forte sofferenza e fiducia in Dio, e giunge infine, nel 1962 all’Ordinazione sacerdotale nel Duomo di Pavia.
Svolge il suo ministero sacerdotale come curato di parrocchia, prima a Chignolo Po poi a Pavia nella parrocchia di S. Mauro. Il suo cuore, attratto dagli ultimi e dagli esclusi a causa dell’amore di Cristo, si appassiona ai nomadi, agli operai, alla gente semplice e povera.
Ma è nel 1968 che incontra i primi giovani emarginati, i quali chiedono a lui aiuto, amicizia e guida. Inizia così in modo semplice, accogliendo i primi giovani nella cappella seminterrato di Viale Libertà a Pavia, l’avventura intensa e allora ?pionieristica? dell’accoglienza e dell’educazione di molti ragazzi verso una vita ‘equilibrata e dignitosa’ libera dalle sostanze e dalla solitudine.
Negli anni ’70, coinvolgendo i volontari laici mediante un sistema educativo nato dalla sua ricca esperienza spirituale e quindi pienamente umana, nascono le comunità di ‘vita e di servizio’, che accoglieranno minori e giovani in difficoltà in un contesto di condivisione e di crescita, aperto al sociale e attento alla persona.
Egli, per comprendere le cause del disagio e rispondere alle vicende difficili e senza speranza dei poveri, attingerà sempre al Vangelo e alla preghiera. Questo provocherà alcuni giovani e ragazze a interrogarsi sul senso della vita rispetto ai bisogni e alle sofferenze dei poveri. Nasceranno vere e proprie vocazioni, sia sacerdotali che di consacrazione e di famiglia, impegnate ad incarnare in una Fraternità di vita, nella preghiera e nella condivisione reale con i ragazzi accolti, il Vangelo di Gesù Povero e Servo.
L’11 febbraio 1992 don Enzo vedrà riconosciuta ufficialmente dal Vescovo di Pavia mons. Giovanni Volta l’Opera da lui iniziata con umiltà e coraggio in uno scantinato 25 anni prima.
Morto prematuramente all?ospedale di Esine (BS) il 15 febbraio 1993 a 63 anni, don Enzo ha lasciato un’eredità preziosa a livello educativo, sociale e spirituale, che in questi anni non ha mai smesso di pulsare, pur tra mille difficoltà, vivendo le drammatiche tensioni dell’oggi a livello sociale, ecclesiale, educativo, vocazionale e dell’accoglienza immediata.
Il Servizio si è articolato rispondendo ai vari bisogni emergenti: disagio psichico, disagio femminile, minori stranieri. Si è risposto alle richieste legislative di adeguamento professionale, mantenendo alta la dimensione relazionale e di accoglienza integrale della persona. Così, nel contesto difficile della società moderna, caratterizzata dalla tecno-economia globalizzata, dalla frammentazione culturale e delle identità, don Enzo con la sua opera testimonia la luminosa certezza di un’intuizione evangelica. Essa propone la vita come vocazione all’amicizia e alla solidarietà con i giovani e i poveri, divenendo così possibilità di guarigione e di promozione umana e civile.
Il 15 febbraio 2006, il vescovo di Pavia mons. Giovanni Giudici, durante la celebrazione eucaristica per il XIII anniversario della sua morte, ha ufficialmente aperto la causa di beatificazione di don Enzo Boschetti.

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