Formazione
Don Colmegna chiede un fondo per “l’economia della gratuità”
Presentato oggi il Bilancio sociale di Casa della Carità
di Redazione
Un appello per costituire e finanziare un fondo basato sulla “economia della gratuità”. Lo ha fatto don Virginio Colmegna presentando il Bilancio Sociale di Casa della Carità.
Un fondo dove far confluire le risorse pubbliche, in primis quelle del Comune di Milano, impiegate per le varie emergenze, ma alimentato anche dalle imprese e dalle fondazioni di erogazione. “La gestione del fondo”, ha richiamato don Virginio, “deve essere trasparente e sottoposta a un rigido controllo e monitoraggio. Soprattutto devono essere valutati i risultati dei progetti e il loro impatto sociale sul benessere della comunità. La regia del fondo deve rimanere nelle mani del pubblico, che non può cedere a un welfare gestito dal privato solo come erogatore di servizi. L’economia della gratuità è una scelta anche culturale perché costruisce inclusione per le fasce deboli della popolazione, non cede sui diritti di cittadinanza e produce coesione sociale”.
“Si spendono tante risorse”, ha detto don Colmegna, “per tamponare le varie emergenze. Ma dobbiamo superare questa logica. Noi da anni ci occupiamo delle persone in difficoltà fronteggiando i bisogni con flessibilità e competenza. Raccogliamo i fondi e poi li utilizziamo per sostenere i percorsi di autonomia dei nostri ospiti al fine di farli uscire dal circuito assistenziale. Lo facciamo con la libertà di accogliere chiunque, italiani e stranieri, giovani e anziani, uomini, donne e famiglie”.
“Quando una famiglia subisce uno sfratto”, ha spiegato, “l’amministrazione paga per l’ospitalità in albergo. Per sgomberare un campo rom si spendono cifre ingenti. Accogliere un rifugiato si traduce in una somma versata all’ente che lo prende in carico. In ognuno di questi casi ci vorrebbe sempre una progettualità che realizzi percorsi di reinserimento. L’economia della gratuità è questa, investe sul lavoro sociale che fa trovare un’occupazione agli sfrattati, costruisce integrazione per le famiglie rom, tutela sul piano dei diritti i rifugiati”.
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