Cultura

Don camillo e la grande partita elettorale

Donato Mosella, capo della segreteria di Rutelli: «La Chiesa fa il suo mestiere, ma anche noi dobbiamo fare il nostro»

di Ettore Colombo

Complicato far politica, in Italia, da quando è in campo il ?fattore R?. La ?R? sta per Camillo Ruini, presidente della Cei e gran manovratore della nuova ?discesa in campo? della Chiesa italiana nell?agone politico.

Una discesa in campo pesante e ingombrante. Per i cattolici stessi, prima ancora che per i laici. Da qualunque parte la si voglia vedere e leggere, infatti, ?don Camillo? – come lo chiama con intento un po? polemico e un po? ironico il quotidiano francese (e laicissimo) Le Monde – si fa sentire e parecchio, all?interno degli schieramenti politici italiani. Al punto da modificarne – nemmeno tanto lievemente – gli assetti, presenti e futuri. Il presidente della Camera Casini, per dire, non fa mistero di aver deciso di puntare proprio su punti e asset cari ai cattolici italiani per la sua campagna elettorale (sua nel senso di sua: cioè più in quanto leader dell?Udc e possibile futuro capo dei moderati italiani che come fedele alleato di Berlusconi?): lo ha detto chiaramente intervenendo al recentissimo congresso dell?Mcl e lo ribadisce a ogni piè sospinto.

Del resto, è la stessa Cei, i suoi vescovi che vogliono assicurare un ?posto in prima fila? al nuovo protagonismo dell?associazionismo cattolico su temi ?eticamente sensibili?: è di questi giorni l?avvio dell?Associazione Scienza e vita (vedi box) con un programma che avrà, guarda caso, l?aborto e la legge 194 e non certo la ricerca scientifica su embrioni e dintorni al centro della sua azione per il prossimo – e politicamente caldissimo – futuro.
Nessuna associazione cattolica di peso tra quelle in prima fila ai tempi della pozione astensionista sulla fecondazione assistita si è tirata indietro rispetto alla nuova ?chiamata alle armi?, che arriva direttamente dai vertici della Cei, ma i ?distinguo? della Fuci (universitari), del Meic (intellettuali) e soprattutto di parte delle stesse Acli – sigle per storia, tradizione e culturale politicamente più vicine alle sensibilità politiche del centrosinistra – si sono fatti sentire, nelle riunioni preparatorie. Anche per loro, in fondo, si avvicinano le elezioni.

Già, le elezioni. Proprio a quella punta – sembra – lo tsunami Ruini, anche attraverso la grancassa che fa alle sue posizioni la stampa di orientamento cattolico. Eppure non tutto quello che esce (e si scrive) su organi di stampa di tale variegata galassia è ispirato (e tantomeno scritto sotto dettatura) dal segretario della Cei o dal suo efficientissimo segretario generale, monsignor Giuseppe Betori. Donato Mosella, capo della segreteria politica di Rutelli, in un breve colloquio con Vita, sospira: «La Chiesa fa il suo mestiere, ma anche noi dobbiamo poter fare il nostro. Sui Pacs abbiamo trovato una mediazione in positivo, sulla fecondazione come sul rispetto della 194 le nostre idee sono note. Certo è che il protagonismo politico di uno come Casini, che da un lato pretende di continuare a svolgere il ruolo di presidente della Camera e dall?altro è sceso in campo per la campagna elettorale in nome del suo schieramento e del suo partito, usando strumentalmente le sensibilità dei cattolici, non aiuta né il regolare gioco democratico né a rasserenare il clima tra i due poli sui temi etici».

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