Cultura

Don Benzi, noi lo ricordiamo cos

Ecco le parole che aveva scritto per commentare la giornata dei defunti e la sua ultima intervista su Vita. Ciao, grandissimo

di Sara De Carli

Un grandissimo cuore e un’instancabile testimone della carità, questo è il don Oreste Benzi che abbiamo conosciuto e raccontato in questi 13 anni (rb)

Questo è il commento di don Oreste alla prima lettura di oggi (riportato su “Pane quotidiano”, il libello su cui lui scrive da anni per accompagnare tutti i giorni la giornata della comunità in italia e nel mondo).

“Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto. In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani sarano fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste perchè appena chiudo gli occhi mi apro all’infinito di Dio. (…) Dentro di noi, quindi, c’è già l’immortalità, per cui la morte non è altro che lo sbocciare per sempre della mia identità, del mio essere con Dio”

L’ultima intervista a Vita
In trent?anni di impegno, don Oreste Benzi ha tolto dalla strada più di 6mila prostitute. Maddelene redente. La sua regola, con loro, era la stessa di cui si parla nel Vangelo: chiamarle ognuna per nome. Ecco come don Oreste ha parlato a Vita della sua santa.

Una santa nuda, coperta solo dai suoi lunghi capelli. Quella di Leonardo, a seno nudo, con sulle spalle un drappo scarlatto. O di Tiziano. È la Maddalena, la santa prostituta, che ha avuto l’onore di essere la prima testimone di Gesù risorto. Tutti gli altri hanno visto una tomba vuota, cioè non han visto nulla. Lei invece ha visto il Risorto. Per secoli relegata al ruolo di peccatrice pentita, con la gnosi cristiana si è conquistata il titolo di pistits sophia, ovvero l’esempio della perfetta conoscenza che si può raggiungere con la fede. Ma oggi a imperversare è un’altra Maddalena, quella del Codice da Vinci: la sposa di Cristo, l’incarnazione del sacro femminile e della spiritualità della dea. Due giorni di polemica a piena pagina su Avvenire e sul Corriere, che rileggiamo con don Oreste Benzi, 82 anni, fondatore dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che in trentacinque anni di Maddalene ne ha redente più di 6mila.

Vita: Meglio la prostituta o quella di Dan Brown?
Oreste Benzi: Sono bufale entrambe. Maria di Magdala non era una prostituta, era una donna che soffriva di disturbi psichiatrici. Luca nel primo versetto del capitolo 8 dice che era una donna posseduta da sette demoni, e che Gesù l’ha guarita. La si confonde con una prostituta perché alla fine del capitolo 7 Luca parla di una prostituta pentita che a tavola lava i piedi di Gesù con un unguento. Maddalena è una donna guarita, e non si stacca più da Gesù perché lui è stato il suo salvatore.

Vita: Nessun paragone quindi tra le sue ragazze e la Maddalena?
Benzi: No, non sussiste. Però ci sono punti di contatto con quello che la Maddalena realmente è stata: cioè la testimone del Risorto. Maria sta davanti a Gesù ma non lo riconosce: lo vede solo quando lui la chiama per nome. Anche con le ragazze vittime della tratta è fondamentale avere uno sguardo altro, uno sguardo puro. Quando esco sulla strada tengo sempre a mente il «Beati i puri di cuore perché vedranno Dio»: solo se hai uno sguardo puro riesci a vedere negli uomini ciò che gli altri di solito non vedono. Con le ragazze sulla strada bisogna avere uno sguardo puro, capace di andare al di là delle apparenze, capace di guardare l’altro senza brame di possesso: guardare lasciando liberi.

Vita: E come si fa a conquistare questo sguardo?
Benzi: Non so come può fare lei. So come faccio io: con la preghiera. Chiedo di poter vedere l’altro come creatura di Dio, e quindi di guardarlo con infinita stima, direi con adorazione. Sa come salutano gli indiani? Mettono le mani giunte, inchinano il capo e dicono «Namasté», che vuol dire: ?adoro il divino che è in te?. Questa è la bellezza: un atteggiamento interiore della persona che richiamo l’altro a guardare due volte, a guardare più in profondità.

Vita: Anche lei, come Gesù, chiama tutte le sue ragazze per nome?
Benzi: Tutte no, sono troppe. E poi non lavoro da solo a questa impresa… Certo con moltissime ho un rapporto personale molto stretto, per molte di loro sono un papà. Anzi, ormai sono un nonno! E poi sa una cosa? Le africane il loro nome vero non lo dicono mai, è una cosa riservata solo alle persone che gli sono più intime. In tutti questi anni però cinque ragazze mi hanno fatto il dono di dirmi il loro vero nome.

Vita: Nell’episodio evangelico che citava lei, Gesù dice alla Maddalena il famoso ?noli me tangere?. È capitato anche a lei di dirlo o di dirselo?
Benzi: Mai. Io per scelta non bacio mai le donne, nemmeno per salutarle: è il mio modo per rispettarle fino in fondo. Poi sa, nelle occasioni pubbliche, nella confusione, qualche volta capita, ma il gesto non parte mai da me. Di solito io metto una mano davanti al volto della donna che si avvicina, la fermo delicatamente e le dico: «il mio bacio è la mia benedizione».

Vita: La Maddalena, dopo quell’apparizione, è diventa ta un po’ l’apostola degli apostoli. Lei cosa ha imparato dalle ragazze che ha incontrato?
Benzi: Che cos’è l’amore. Che nella sua autenticità è sempre amore inutile.


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