Non profit
Domani il Forum presenta il Libro Verde
I contenuti principali del documento di risposta al Libro Bianco di Sacconi
Ciò su cui davvero si può contare è la forza delle idee. Nelle fasi di benessere, in quelle di transizione e in quelle di crisi. L’attuale, per esempio. La Grecia e l’euro. Le riforme e il divenire del Welfare. Le difficoltà di contesti che cambiano e i contributi che ciascuno può dare. Proprio per discutere le proposte del Forum del Terzo settore si terrà domani a Roma un incontro che nasce, e non è un dettaglio, dalla volontà di presentare il Libro verde intitolato Le sfide dell’Italia che investe sul futuro.
Un documento da condividere
Il dossier, che sarà presentato domani (dal portavoce Andrea Olivero, Leonardo Becchetti dell’Università Tor Vergata e da Giuseppe Cotturri, docente a Bari) nasce come «risposta ragionata al Libro bianco» (si legge nella prefazione) del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ed intende avviare percorso condiviso: è stato redatto dal Forum nazionale come punto di partenza per dare avvio a un percorso che si concluderà con la definizione delle nuove strategie del Terzo settore. È rivolto a al non profit, alle parti sociali, alle organizzazioni religiose e ecclesiali, alle università e ai centri di ricerca, oltre che, ovviamente, alle istituzioni. Domani dunque la prima tappa della discussione (fra gli interventi annunciati, quelli di Stefano Zamagni, presidente Agenzia Onlus, dei tre sindacalisti Raffaele Bonanni, Guglielmo Epifani, Carlo Fiordaliso, rispettivamente Cisl, Cgil e Uil; di Emma Cavallaro a capo della ConVol, di Antonio Miglio, vicepresidente Acri, di Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione per il Sud. Sul fronte politico, tra gli altri ci saranno Luigi Bobba e Antonio Di Pietro). Il Libro verde, lo potete scaricare cliccando sul riquadro a sinistra ed è disponibile sul sito www.forumterzosettore.it, sarà quindi aperto al dibattito pubblico per alcuni mesi (per inviare contributi, la mail è forum@forumterzosettore.it).
Gli obiettivi
Lo scopo del documento è del resto duplice: definire degli obiettivi significa anche ridefinirsi, come soggetti di una responsabilità progettuale, rispetto ad essi. Non a caso, dopo una analisi delle diverse criticità in cui vive il Belpaese (dalla trasformazione della comunità al riproporsi della “questione sociale”; passando per la crisi della rappresentanza), il Libro verde traccia un identikit del Terzo settore, un’esperienza che è andata crescendo, e non solo in Italia, a ritmi vertiginosi, e delinea le sfide che si trova di fronte. «Un primo obiettivo», si legge, «è la crescita di consapevolezza nel Terzo Settore della sua capacità di essere attore sociale che – dando voce ai cittadini organizzati ed anche a coloro che non hanno voce, pur nella frammentarietà della sua esperienza – deve sapersi offrire come luogo di discussione critica e di definizione e realizzazione di un più umano e sostenibile modello di società».
Le sfide del futuro
Un soggetto che gode della fiducia della comunità deve certamente essere più visibile e trasparente. Deve porsi l’obiettivo di rappresentare le istanze di una democrazia partecipativa e sapersi rapportare con le istituzioni. Sapendo di poter promuovere un modello di sviluppo sostenibile centrato sulla persona e di aver molto da dare a favore del rilancio della cultura della cittadinanza attiva e della solidarietà, anche affrontando lo spazio economico come strumento (nelle sue differenti articolazioni: l’impresa sociale, per esempio). In particolare nel Libro verde, molto spazio viene dato alle prospettive del Terzo settore come attore di un nuovo welfare che punti sulla centralità della persona, non sia assistenzialistico ma promuova opportunità e autonomia, «un welfare equo, capace di porre in equilibrio universalismo dei diritti e selettività».
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