Fra qualche minuto inizia il Comitato di redazione di Vita alla presenza del ministro Sacconi. Non sono lì ma giro ugualmente alcune domande (meno di dieci promesso). Scritte in fretta e fuira ma forse qualcuno le raccoglie.
1) Parti sempre più ampie del welfare sono ormai di esclusiva competenza degli enti locali. E questo richiede una maggiore capacità di coordinamento e controllo, come dimostra il caso dei budget regionali della sanità o, su tutt’altro fronte, la determinazione dei livelli minimi di assistenza. E’ in previsione una riorganizzazione delle funzioni e delle attività dell’amministrazione centrale? Se sì in quale direzione?
2) La social card verrà rifinanziata. Non c’è il rischio che si trasformi in una “trappola del welfare” che stigmatizza il possessore e lo rende dipendente dalla sovvenzione? E’ possibile ipotizzare un sistema di servizi “accessori” in grado di affrontare i bisogni connessi al riconoscimento di questa misura di integrazione al reddito?
3) Come vede il futuro dei “white jobs” legati al welfare? E quali saranno le principali forme di regolazione e incentivo adottate per diffonderli e migliorarne le condizioni qualitative?
4) Il sistema delle assicurazioni diventerà uno dei pilastri più importanti del futuro modello sociale. La sua strutturazione appare molto legata alla bilaterità (enti datoriali e organizzazioni sindacali). C’è però una quota crescente di lavoratori (spesso giovani) che sta al di fuori di questo dualismo. Quali iniziative sono previste per questo “target”?
5) Al di là delle dichiarazioni di principio e delle indicazioni normative, quali sono a suo avviso le funzioni principali che il terzo settore può svolgere nell’ambito del suo progetto di riforma del modello sociale? Ha senso mantenere l’unitarietà di questo comparto o crede sia meglio ricorrere a regolazioni e incentivi di tipo selettivo?
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