Welfare

Dolomiti senza commons

di Flaviano Zandonai

E’ in fase di partenza la fondazione che gestirà le dolomiti come patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco. Lo start-up non è stato esaltante, in buona parte caratterizzato dalla lotta per la sede. Alla fine sarà itinerante, con un prevedibile aumento di costi e di disfunzionalità. Ma quel che colpisce è il dibattito tutto interno alla politica e alla burocrazia pubblica. Nessuno spazio finora per i veri protagonisti: i gestori dei commons ambientali (usi civici, regole, magnifiche comunità, ecc.) che per secoli hanno garantito un uso realmente sostenibile di questa risorsa, consentendo a noi, oggi, di ottenere questo riconoscimento. Neanche il nobel per l’economia assegnato a Elinor Ostrom proprio su questo tema è riuscito a far guadagnare un posto nella governance della fondazione. Sarebbe invece molto utile che queste istituzioni comunitarie sedessero negli organismi decisionali, perché hanno dimostrato una capacità strategica e amministrativa di lungo periodo, tutelando al meglio gli interessi delle generazioni future. Una qualità che alla politica dei partiti manca sempre di più.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.