Sostenibilità

Doggy bag, in Francia ora è obbligatoria

Dall'inizio dell'anno la legge impone ai grandi ristoranti francesi di offrire ai propri clienti la possibilità di portare a casa il cibo non consumato. Un'opportunità che piace a un italiano su cinque, mentre il 25% lo giudica "volgare", secondo i dati di una ricerca Coldiretti/Ixé

di Redazione

Il 2016 segna per i grandi ristoranti francesi l’obbligo di fornire ai propri clienti la doggy bag a fine pasto. La normativa francese entrata in vigore riguarda – spiega la Coldiretti – i ristoranti con più di 180 coperti e fa parte di un’iniziativa del governo francese per dimezzare gli sprechi di cibo che per la ristorazione francese sono pari a circa un milione di tonnellate all’anno.

Riportare a casa gli avanzi del pasto consumato al ristorante è una pratica che un italiano su cinque (20%) dichiara di aver fatto. È quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixè dalla quale si evidenzia che però una percentuale superiore del 25% ritiene che sia da maleducati, da poveracci e volgare o si vergogna comunque a richiederla. Il 12% la richiede raramente, il 15% non saprebbe che farsene mentre – sottolinea Coldiretti – una maggioranza relativa del 28% degli italiani non lascia alcun avanzo quando va a mangiare fuori.

Da parte di Coldiretti si sottolinea che sia in Francia sia in Italia esiste un blocco culturale a chiedere di portare a casa il cibo o il vino avanzato quando si va a mangiare fuori a differenza di quanto avviene per esempio negli Usa dove la doggy bag è un comportamento diffuso e una prassi consolidata per gli stessi Vip. Per esempio, nell’anno dell’insediamento alla Casa Bianca durante la prima visita ufficiale a Roma Michelle Obama ha scelto nel ristorante “I maccheroni” un menu a base di assaggi di pasta alla carbonara, lasagna e amatriciana accompagnati di vino rosso e prosecco facendosi notare per la richiesta della “doggy bag” con gli avanzi della cena come segnale contro lo scandalo degli sprechi alimentari mentre la cantante Rihanna si è fatta fotografare all’uscita da un prestigioso ristorante di Santa Monica esibendo una bottiglia di Sassicaia non ancora svuotata del tutto.

Quella della doggy bag è un’abitudine che non ha ancora contagiato in modo capillare l’Italia dove permangono molte resistenze anche se di fronte a questa nuova esigenza – riferisce la Coldiretti – la ristorazione si attrezza e in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite e si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc. La fondazione Campagna Amica promossa dalla Coldiretti rende disponibile attraverso la propria rete di vendita di mercati, fattorie e agriturismi l’agribag che è stata presentata a Expo. Un’opportunità per ottimizzare la spesa ma anche per ridurre gli sprechi alimentari secondo l’obiettivo fissato dalla carta di Milano che dopo essere stata firmata da cittadini e leader mondiali all’Expo è stata presentata alle Nazioni Unite.

In media – rileva ancora Coldiretti – ogni italiano ha buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l’anno. Una situazione che sta migliorando tra le mura domestiche dove sei cittadini su dieci (60%) hanno diminuito o annullato gli sprechi domestici, facendo la spesa in modo più oculato, utilizzando gli avanzi nel pasto successivo, o guardando con più attenzione la data di scadenza, sempre secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.

In apertura foto Getty Images


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