Mondo

Dodici milioni in fuga dalla fame

Per gli aiuti in Corno d'Africa, colpito dalla carestia, sarà decisivo il vertice dei donatori di domani a Nairobi

di Emanuela Citterio

Gran Bretagna 31,7 milioni di euro, Francia 7 milioni, Italia 1,3 milioni. Sono gli aiuti stanziati dai rispettivi governi europei per l’emergenza carestia nel Corno D’Africa. Intanto, a sud del Mediterraneo, si fugge dalla fame. I somali, duemila al giorno, si riversano a Mogadiscio, dove arrivano aiuti delle organizzazioni internazionali. Molti varcano il confine cercando rifugio in Etiopia, nel campo di Dolo Ado che conta ormai oltre 90 mila profughi, e in quello, sterminato, di Daadab, in Kenya, considerato oggi il più grande del mondo, dove sono stipate 440 mila persone.

Durante il vertice straordinario della Fao del 25 luglio a Roma, la Banca mondiale ha approvato uno stanziamento di 348 milioni di euro per fronteggiare la carestia, ma i fondi serviranno soprattutto a finanziare progetti di lungo termine a favore degli agricoltori, solo 8 milioni di euro a fornire assistenza immediata alle popolazioni. Intanto continua a salire il numero delle persone colpite dalla carestia: secondo l’Onu 11 milioni e 300mila persone hanno bisogno di assistenza alimentare. Somalia, Etiopia, Kenya, Gibuti, Eritrea i Paesi già fortemente colpiti, Sud Sudan, Uganda e Tanzania quelli a rischio.

«In Kenya ai campi ufficiali si stanno affiancando stanziamenti informali di famiglie arrivate dalla Somalia», fa sapere al telefono da Daadab Vincent Annoni, coordinatore dei progetti del Cesvi nel Corno D’Africa. «Visto il sovraffollamento del campo di Daadab, ci sono profughi che camminano per 300 chilometri in più per raggiungere il campo di Kakuma, quello che era in funzione durante la guerra del Sudan. Altre famiglie somale si accordano direttamente con le comunità locali per ottenere un pezzo di terra sul quale potersi accampare, in una zona grigia che si sta creando attorno ai campi e da cui hanno più probabilità di accedere agli aiuti». Sono moltissimi i bambini che arrivano da soli e che hanno perso i famigliari lungo la strada, denunciano le ong. L’Unicef ha consegnato 1.300 tonnellate di aiuti di prima necessità in alcune delle zone più colpite nel Sud della Somalia, compresi alimenti terapeutici per oltre 66mila bambini gravemente malnutriti. Nei prossimi mesi, l’obiettivo è di raggiungerne 240mila.

I Paesi donatori si sono dati un nuovo appuntamento alla conferenza sugli aiuti domani a Nairobi. «E’ l’ennesimo rinvio per una crisi che era stata ampiamente annunciata dalle organizzazioni umanitarie e che per mesi è rimasta colpevolmente dimenticata», ha dichiarato Marco Bertotto, direttore di Agire (Agenzia italiana per la risposta alle emergenze), aggiungendo: «Se anche quest’occasione sarà persa, la comunità internazionale si sarà resa corresponsabile di una gigantesca, quanto evitabile, crisi umanitaria».

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