Economia
Dodici mesi dimpegno davvero aperti a tutti
Le cooperative si interrogano sul futuro e varano una campagna di promozione e formazione
di Redazione
Sono oltre 2mila i giovani che svolgono oggi il servizio civile nel sistema Federsolidarietà/Confcooperative. Un numero importante soprattutto per la responsabilità di offrire loro un?efficace esperienza d?utilità sociale per conoscere, sperimentare, educarsi e formarsi ai valori della solidarietà, nonviolenza, promozione umana e integrazione sociale, cultura del lavoro. Il tutto coniugato con le esigenze d?organizzazione dei fattori produttivi tipici dell?impresa cooperativa sociale in cui il giovane svolge il proprio servizio. Significa, in altre parole, far sì che i dodici mesi all?interno del sistema Federsolidarietà/Confcooperative costituiscano per i giovani un?esperienza d?educazione alla cittadinanza attiva e solidale, dove il servizio svolto sia una crescita per tutti gli attori coinvolti: loro stessi, la struttura in cui operano e la comunità.
Giovani che, ad oggi, per oltre il 95% dei casi sono donne (cifra dovuta al fatto che sino allo scorso giugno, termine della leva obbligatoria, erano pochi i ragazzi che vi potevano accedere), d?età compresa tra i 21 e i 26 anni, con un?istruzione medio alta (diploma di scuola superiore o universitario), con un grado di motivazione il più delle volte condizionato (e reso più fragile) dall?incentivo economico.
Si tratta di aspetti conosciuti da tutti gli enti impegnati nel servizio civile. Essi tentano di intervenire, rendendo ciascuno la propria offerta più interessante, arricchendola – ad esempio – con il riconoscimento di crediti formativi.
Tutto perfetto. Sorge solo qualche domanda. Non si corre il rischio di trasformare quest?esperienza in qualcosa ?non per tutti?? Come garantire un?ampia partecipazione visto che i criteri di selezione proposti favoriscono i titoli di studio e/o esperienze lavorative pregresse? Quale informazione e promozione occorre, quindi, attivare per controbilanciare il tam tam, un canale di promozione fino ad oggi prevalente, ma che tende a rafforzare la presenza di certi gruppi piuttosto che altri?
E ancora: come accogliere i giovani più fragili che vogliono vivere l?esperienza del servizio civile? Come rafforzare la motivazione dei ragazzi, al di là dell?aspetto economico?
Sono alcune delle domande emerse dagli incontri interregionali realizzati con i responsabili della formazione a livello nazionale e locale del sistema Federsolidarietà/Confcooperative. Dal confronto e e dalla condivisione di esperienze, percorsi innovativi, successi e difficoltà vissute in questi anni sono uscite interessanti proposte per rilanciare con forza la peculiarità di un servizio civile svolto nelle nostre cooperative sociali.
Proposte concrete che fanno perno sulla promozione, diffusa e capace di orientare chi si affaccia per la prima volta alle tematiche sociali e sulla formazione, percorso in grado di seguire, supportare e contestualizzare in itinere l?esperienza svolta dai giovani.
Una ricetta utile per continuare a offrire un?esperienza di cittadinanza attiva e solidale a tutti coloro, giovani uomini e donne, che vogliono conoscere meglio il mondo della cooperazione sociale e la comunità in cui vivono, iniziando da questi primi dodici mesi.
di Maria Paola Tavazza, responsabile Ufficio servizio civile Federsolidarietà/Confcooperative
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.