Sostenibilità

Doctor Blood, il gioco che ti fa aprire gli occhi

Una caccia agli agenti chimici nocivi dispersi fatta però da bambini che così cominciano a imparare comportamenti diversi. Guadagnando in salute...

di Redazione

Il WWF ha lanciato una proposta di confronto con i bambini delle scuole elementari, individuando una serie di strumenti che possano aiutare maestre ed educatori a spiegare al pubblico dei più piccoli il problema delle sostanze chimiche nocive contenute negli oggetti della vita quotidiana. L?attività didattica proposta ha, inoltre, l?obiettivo di comunicare al pubblico dei genitori un problema che riguarda la salute di noi tutti, sottolineando la necessità di modificare i propri comportamenti e di battersi in favore di una regolamentazione europea in materia di sostanze chimiche che veda l?affermazione del principio precauzionale e il riconoscimento di alcuni valori cardine come la salute e la tutela dell?ambiente. I bambini, infatti, oltre ad essere i più vulnerabili all?esposizione alle sostanze chimiche nocive, come dimostrano ormai una molteplicità di studi, non possono, se non in minima parte, influire sui comportamenti d?acquisto della famiglia trovandosi a subire, in molteplici casi, le scelte dovute a una scarsa sensibilità ambientale o alla totale mancanza di informazioni da parte dei genitori. L?attività didattica proposta Ad ogni bambino viene chiesto di disegnare in maniera dettagliata la stanza della casa in cui solitamente trascorre la maggior parte del tempo (cameretta, sala, cucina?). L?obiettivo era quello di dimostrare come in ogni più piccolo oggetto, gesto o abitudine possano nascondersi dei pericoli per la salute dell?uomo e per quella dell?ambiente. In ogni disegno gli oggetti potenzialmente pericolosi vengono successivamente cerchiati con un pennarello rosso: televisori, tappeti, divani, tende? Fare disegni sul tappeto, stare comodamente seduti sul divano di casa a guardare la televisione possono, infatti, metterci a contatto con alcune sostanze chimiche pericolose, come, ad esempio, i ritardanti di fiamma. Data la loro persistenza e le loro proprietà bioaccumulative, tracce di questi agenti chimici sono state trovate tanto negli esseri umani quanto in natura, nelle zone artiche, in Europa e nel Nord America. In aggiunta a ciò, in riferimento ad essi sta crescendo il sospetto di una eventuale interferenza con il sistema ormonale. Parallelamente viene distribuito a ciascun bambino un test composto da cinque domande a risposta multipla con l?obiettivo di indagare le abitudini dell?intera famiglia. Dalla frequenza con cui a un bambino capita di bere in un bicchiere di plastica, di trascorrere una domenica pomeriggio all?aria aperta, di mangiare cibi freschi piuttosto che cibi in scatola possiamo, infatti, comprendere molto dello stile di vita del genitore e di quanto esso compia nella vita di tutti i giorni scelte informate e consapevoli in termini di salvaguardia della propria salute e di quella dell?ambiente. Ad ogni risposta era associato un livello di ?tossicità? compreso tra zero e due e sommando i punteggi il bambino poteva scoprire il suo profilo: ambientalista, aspirante ambientalista e infine colui che non ha ancora scoperto quanto possa essere stimolante e divertente battersi e fare qualcosa di concreto per la salvaguardia della propria salute e di quella di tutti gli esseri viventi. All?interno di ogni profilo venivano poi assegnati una serie di ?compiti?, che avevano l?obiettivo di stimolare nel bambino il desiderio di informarsi maggiormente sull?argomento in compagnia di mamma e di papà, utilizzando uno dei principali strumenti di comunicazione della campagna Detox-Svelenati, il sito www.wwf.it/svelenati. Scoprire quali sono gli animali maggiormente in pericolo a causa delle sostanze chimiche nocive (uccelli, orsi bianchi, rane, alligatori, pantere) e rappresentarli in un bel disegno da mettere nella cameretta o da conservare nel proprio album, leggere i consigli del WWF in termini di abitudini e comportamenti e rappresentarli tramite una guida illustrata da appendere in cucina, possono diventare un modo per avvicinare i bambini a un tema molto difficile e complesso e sensibilizzare, allo stesso tempo, i genitori. Per raggiungere questi obiettivi il WWF, inoltre, ha cercato di arricchire il sito con alcuni giochi che possano in una maniera divertente e leggera coinvolgere i più piccoli in un percorso di educazione ambientale in cui il gioco abbia un ruolo non marginale o ricreativo ma faccia tutt?uno con l?apprendimento stesso. Caccia agli agenti Giocando al Doctor Blood, ad esempio, ciascuno bambino può diventare un medico a caccia di sangue avvelenato e scoprire come nel sangue di bambini, nonne e mamme, provenienti da tutta Europa, il WWF abbia recentemente ritrovato 76 differenti sostanze chimiche tossiche. Negli ultimi 50 anni, infatti, l?uomo ha immesso nell?ambiente circa 80mila nuove sostanze chimiche. Mentre alcune sono di grandissima utilità, altre sono pericolose e minacciano l?intero pianeta. Le sostanze chimiche artificiali vengono assunte dall?uomo attraverso cibi, bevande e oggetti. Gli agenti chimici sono infatti usati ovunque – dai pesticidi ai cosmetici, dai giocattoli ai computer. Le esperienze con i bambini delle scuole elementari hanno messo in luce l?importanza di dialogare sempre più con il mondo della scuola e con maestri ed educatori, cercando di individuare insieme delle proposte didattiche e dei canali di comunicazione fondati sul gioco e il divertimento che possano effettivamente contribuire a sviluppare e promuovere nelle generazioni più giovani un nuovo stile di vita e un approccio diverso con il mondo che ci circonda in equilibrio e totale armonia con l?ambiente. di Carlotta Gatti, responsabile campagne internazionali WWF Italia


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