Politica

Dl missioni: il gioco delle tre carte

Il network di associazioni "LINK 2007" lancia l'allarme: «rischiamo di non vedere i soldi promessi»

di Redazione

Il decreto legge per il rinnovo delle Missioni internazionali, licenziato dal Senato e all’esame della Camera, ha aumentato di 8 milioni di euro lo stanziamento per le attività di cooperazione civile (artt. 1 e 2), mentre ulteriori 8,5 milioni dovrebbero essere assegnati in sede di assestamento del bilancio in settembre-ottobre. Se gli impegni saranno mantenuti, i fondi per gli interventi di cooperazione civile passerebbero dall’1,5% a circa il 3,8% dell’ammontare complessivo del decreto. Una piccola vittoria, ma da apprezzare, insieme al serio impegno delle forze politiche che l’hanno promossa. Tutto bene quindi? Purtroppo no.

Il MEF, Ministero Economia e Finanze, si è ben guardato, infatti, dal coprire tale spesa, lasciando tale onere al Ministero degli Affari Esteri (MAE) che dovrà, al tempo stesso ricevere i fondi e garantirne anche la copertura finanziaria. Il MAE riceverà cioè i fondi che preleverà da sé stesso. Dato che non sarà possibile interrompere i finanziamenti alle ambasciate o non pagare il personale degli Esteri, i fondi che saranno prelevati per “aumentare” lo stanziamento del DL Missioni saranno quelli del bilancio della cooperazione allo sviluppo. 

La conseguenza sarà che per aumentare la cooperazione civile in Afghanistan o altro paese previsto dal decreto di legge, la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del MAE dovrà spostare al 2012, ad esempio, l’approvazione di progetti nel Mediterraneo oppure il pagamento all’INPS dei contributi previdenziali di volontari e cooperanti o altri interventi già programmati per i prossimi mesi. Certo, questi “anticipi” le verranno rimborsati con la legge di aggiustamento del bilancio, insieme agli altri 8,5 milioni di euro. Ma tutto lascia temere che il MEF non darà un solo euro di questi 16,5 ml stabiliti dal Parlamento.

Occorre ricordare infatti che le spese della cooperazione devono essere impegnate e inviate per il visto di Ragioneria e l’ordine di pagamento entro il 5 dicembre 2011 (data in cui la Ragioneria chiude per potere smaltire entro il 31.12 le pratiche ricevute) pena la requisizione da parte del MEF di tutti i fondi residui non impegnati.

Proviamo a fare due conti da ragionieri della società civile. La legge di aggiustamento del bilancio sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale in ottobre. Se il MEF riuscisse miracolosamente a versare al MAE i 18,5 ml entro un mese, in novembre, questi fondi non avranno la possibilità di essere impegnati prima del 5 dicembre. A fine 2011 saranno quindi ripresi dal MEF, in quanto “fondi non impegnati entro l’anno”, mentre la Cooperazione avrà già anticipato sull’Afghanistan e gli altri paesi indicati dal decreto legge Missioni i fondi forzatamente prelevati da altre priorità e altri impegni già assunti. Una vera presa in giro del MAE, del Parlamento, delle Ong, delle organizzazioni della società civile che si sono espresse con forza in questi giorni, dei tanti che credono che la cooperazione civile sia una cosa seria e utile, da tenere in considerazione almeno quanto l’intervento militare.

Cosa chiediamo ai Deputati che dovranno approvare definitivamente il Decreto Legge?

Il testo andrebbe modificato, con un conseguente ulteriore passaggio in Senato:

1) rimettendo da subito tutti i 16,5 mln aggiuntivi a copertura MEF e non a copertura MAE;

2) autorizzando il trascinamento nel 2012 dei fondi della cooperazione non spesi entro il 31 dicembre.

In subordine chiediamo di approvare un OdG con un impegno ufficiale del Governo a:

1) ridare al MAE nella prossima legge di aggiustamento di bilancio gli 8 ml anticipati e gli altri 8,5 mln promessi ai Senatori in sede di approvazione del DL;

2) autorizzare, nella stessa legge di aggiustamento, il trascinamento nel 2012 dei fondi della cooperazione non impegnati entro il 31 dicembre 2011.


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