Politica

Disturbi mentali, 1 famiglia su 4 alle prese col problema

Il dato è dell'Oms, che oggi ha presentato un Rapporto sulla salute mentale. Le malattie psichiche hanno un'alta percentuale di guarigione

di Gabriella Meroni

Una famiglia su quattro nel mondo (il 25%) ha un malato mentale ‘in casa’, un parente che soffre di depressione, disturbi psicotici, epilessia, alcolismo o altri problemi neurologici: tutte “sfumature” di un mal di vivere che attualmente colpisce 450 milioni di abitanti del pianeta. Lo ha affermato oggi a Milano il dottor Benedetto Saraceno, direttore del Dipartimento Salute mentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms), presentando il ”Rapporto 2001 sulla salute mentale nel mondo: nuove conoscenze e nuove speranze”.

La relazione, on line sul sito Internet dell’agenzia ginevrina (www.who.int) dal 4 ottobre scorso e gia’ disponibile in inglese e in francese, sara’ presto tradotta in italiano nella doppia versione elettronica o cartacea. In futuro, si legge nel rapporto, ”una persona su quattro nel mondo, in un dato momento della propria vita sara’ affetta da disturbi mentali o neurologici”. Ma gia’ ora, ha sottolineato Saraceno, questi problemi riguardano in media ”un membro di una famiglia su quattro”. Non solo, ha continuato l’esperto, ”rappresentano la quarta causa di malattia nel pianeta e si calcola che nel 2020 saranno al secondo posto, superati solo dalle malattie cardiache”.

Eppure, ha proseguito Saraceno, la gravita’ dei disturbi mentali e’ passata inosservata fino a quanto l’Oms e la Banca mondiale hanno introdotto un nuovo parametro epidemiologico, il ”peso” di una malattia, ovvero la combinazione tra mortalita’ e disabilita’ a lungo termine. Facendolo, ha ricordato lo specialista, ”siamo rimasti allibiti; gia’ nel ’90, infatti, il ‘peso’ delle patologie mentali e neurologiche era il 10% del peso di tutte le malattie: piu’ del cancro e delle patologie cardiovascolari”. Ma la cosa piu’ sorprendente, ha aggiunto Saraceno, e’ che curare i disturbi mentali e’ possibile. ”Dopo un anno di terapia farmacologica combinata al supporto famigliare – si legge nel rapporto – piu’ dell’80% delle persone malate di schizofrenia possono evitare le ricadute; oltre il 60% di chi soffre di depressione puo’ guarire con un corretto abbinamento di farmaci e psicoterapia, e piu’ del 70% dei pazienti epilettici puo’ lasciarsi alle spalle gli attacchi assumendo dei banali anticonvulsivanti”.

E benche’ non si tratti di terapie costose, ha puntualizzato il responsabile Oms per la salute mentale, ”il ‘gap’ tra chi avrebbe bisogno di cure e chi viene effettivamente trattato e’ immenso”. Sotto accusa lo stigma e la discriminazione, che spingono due malati su tre a tacere i propri disturbi. Ma anche ”una scelta sbagliata dei modelli terapeutici su cui puntare (troppo spesso, anche in Paesi industrializzati come la Germania, si ricorre ai manicomi) – ha precisato Saraceno – e la mancanza di una politica adeguata”: un Paese al mondo su tre – continua infatti la relazione – investe in salute mentale meno dell’1% del proprio budget sanitario e un altro 33% vi investe solo l’1%; oltre 40% delle nazioni non ha una politica di salute mentale, piu’ del 30% non ha programmi specifici e circa il 25% non dispone di una legislazione di settore.

Da qui le raccomandazioni, ha concluso Saraceno, ”dieci comandamenti generali adattati a tre diversi scenari socio-economici”.
1. Trattare i disturbi a livello di medicina primaria;
2. Rendere disponibili i farmaci psicotropi;
3. Fornire assistenza nell’ambito delle comunita’;
4. Educare il pubblico;
5. Coinvolgere famiglie e consumatori;
6. Adottare politiche e leggi nazionali;
7. Sviluppare risorse umane;
8. Collaborare con altri settori;
9. Monitorare la salute mentale nazionale;
10. Sostenere la ricerca.

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