Formazione

Distrofia muscolare: dalle staminali una possibile cura

Una ricerca sui topi, condotta dall’Istituto San Raffaele, dimostra che potrebbero offrire nuove prospettive per il trattamento della malattia

di Redazione

Un tipo di cellule staminali identificate per ora solo nei vasi sanguigni fetali potrebbe un giorno portare al recupero dei muscoli atrofici nei pazienti affetti da distrofia muscolare, malattia neurologica di origine genetica che nell’uomo progressivamente e inesorabilmente indebolisce tutti i muscoli e in alcuni casi puo’ portare a morte entro i 25 anni. Lo dimostra una ricerca condotta all’Istituto per le cellule staminali dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano, l’Universita’ di Roma e l’Istituto di Biologia cellulare e Ingegneria tessutale di Roma, il Policlinico di Milano e il San Matteo di Pavia. Il lavoro, finanziato da Telethon, è stato pubblicato con grande rilievo sulla rivista Science come ‘research article’: si riferisce a sperimentazioni fatte su topi da laboratorio e gli autori avvertono subito che e’ necessario condurre ulteriori ricerche prima di considerare l’applicazione di tali scoperte agli esseri umani. Nondimeno, tali risultati lasciano intravedere nuove prospettive, anche se le stesse ricerche ad oggi non hanno ancora dato un esito completamente favorevole. Il gruppo di scienziati impegnati nello studio, guidati da Giulio Cossu, direttore dell’Istituto per le cellule staminali del San Raffaele, ha scoperto che nei topi con sintomi simili alla distrofia muscolare, alcune cellule staminali identificate solo l’anno scorso nei vasi ematici fetali e denominate mesoangioblasti, possono attraversare il circolo ematico e raggiungere il tessuto muscolare, dove sembrano assumere un nuovo ruolo, contribuendo a generare nuove fibre muscolari. Quando l’équipe di Cossu ha esaminato i topi dopo il trattamento con i mesoangioblasti, ha riscontrato che i muscoli trattati contenevano fibre muscolari piu’ grandi e numerose e apparentemente normali. Gli animali trattati inoltre erano in grado di camminare su una ruota girevole piu’ a lungo degli animali non trattati, benche’ non quanto i topi sani. ”Sono convinto dell’importanza di questi risultati – ha detto Cossu ? anche se non e’ ancora la terapia, ne’ per i topi ne’ per i pazienti”. Ma ”se le stesse cellule staminali potranno essere isolate nei pazienti con distrofia muscolare – ha spiegato Cossu – e se tali cellule rimarranno pluripotenti come nelle fasi precoci della loro vita, potrebbero offrire nuove prospettive per il trattamento della malattia”.


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